Campus Bassini, il Politecnico resta radioattivo. Non è una battuta, ma la sintesi di polemiche che non sembrano destinate a spegnersi: la decisione di Ferruccio Resta, rettore del Politecnico e probabile prossimo politico, non cambia. Lo ha pure rivendicato di fronte al Senato Accademico, che chiedeva perché fosse necessario abbattere il bosco vista la presenza di edifici che dovrebbero essere riqualificati. E lo ha ribadito nella pronta intervista al Corriere della Sera: spiace per gli alberi, ma si fa, tanto li piantiamo altrove. Questa la sintesi della sua posizione. Eppure ci sarebbe un motivo in più per portare a compimento il rinnovamento di Città Studi ristrutturando l’attuale edificio Cesnef, ma non si può e il perché lo spiega la pagina Terra Sinistrorsa:
La compensazione in termini di area verde è prospettata nella zona vicina dello stesso Campus Bassini, sull’attuale edificio CESNEF, la quale tuttavia è vincolata alla procedura di decommissioning, bonifica da materiale radioattivo, avviata vent’anni fa e che per numerose difficoltà tecniche e logistiche ha ancora tempi estremamente incerti.
L’Ateneo, in accordo con il Comune, rivendica quindi la volontà di costruire il nuovo edificio del dipartimento di chimica, di cui esiste la necessità, su di un parco, tenute in considerazione tutte le condizioni precedenti.
Quindi sulla vicenda del Campus Bassini, il Politecnico resta radioattivo. Meglio, pare questa la linea dell’ambizioso Resta, così che rischiare di non completare l’operazione immobiliare. Oltretutto a quel punto, cioè a nuovo edificio completato, l’ateneo potrebbe dedicarsi a vendere gli spazi non più necessari. Magari a qualcuno che fa studentati, uno dei nuovi business della città. Sicuramente la questione verde è tornata di moda, tanto che il sindaco Beppe Sala dovrà prima o poi inventarsi un’operazione Limonta 2: cioè cercare di accontentare quella parte di sinistra (presumendo che l’ambientalismo sia di sinistra) con uno strapuntino o un posticino al sole in cambio del loro consenso. Un green washing dopo il left washing. Un’operazione utile per il prossimo candidato Sala perché Greta e il movimento d’opinione che la segue si considera di sinistra o quantomeno progressista.
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