Miliziani libici negli ospedali senza pagare. Sembra assurdo, ma è vero: c’è chi si era impegnato in questo commercio di cure e ha dovuto smettere perché lo Stato libico non lo ha pagato. Facciamo un passo indietro: in questi giorni alcuni giornalisti italiani si sono imbattuti nella questione dei miliziani libici feriti curati negli ospedali lombardi. In realtà sarebbe bastato leggere i giornali per saperlo perché la notizia di questo scambio era stata data nel 2013: il meccanismo è semplice, da una parte c’è uno Stato con molti liquidi, dall’altra uno che ha ancora ospedali funzionanti. Italia e Grecia sono state in prima fila per recuperare fondi in modo pacifico accogliendo migliaia di feriti. Un costo medio tra i dieci e i ventimila euro si stimava nel 2013. Oggi che la notizia è tornata in auge, emergono però altri dettagli: il primo è che non si capisce chi siano i feriti. Sono miliziani di quale fazione? Se due si sono spinti fino a Milano per accoltellarne un altro, di che persone parliamo? C’è qualche criminale di guerra? Terroristi? Squartatori di donne e bambine? Venditori di uomini? Perché la guerra è guerra, ma già il governo si è trovato in imbarazzo per un incontro ufficiale con uno che poi è stato indicato come un trafficante di esseri umani. Oggi però se si può sollevare un interrogativo ancora più significativo, ecco un’altra notizia: un imprenditore ha smesso l’attività di importare feriti perché dopo i primi arrivi, la Libia non lo ha pagato. Essendo uno dei tanti piccoli e medi imprenditori italiani, ha dovuto abbandonare questo commercio perché non poteva investire milioni in attesa dei pagamenti. Ma se è successo a lui, può essere successo anche agli altri? Cioè l’Italia ha curato miliziani di incerta estrazione nei propri ospedali anticipando i soldi a uno Stato ricco come la Libia? Quanti soldi abbiamo dato e quanti abbiamo ricevuto? Perché c’è anche il dubbio che per accaparrarsi il business qualcuno abbia contravvenuto alle regole delle convenzioni con le istituzioni pubbliche. Tradotto dal burocratese: c’è il dubbio che negli ospedali si siano sottratte risorse in teoria destinate agli italiani per curare i libici. E, lo ripetiamo, non si tratta di un progetto umanitario per i civili. Si parla di miliziani, gente che spara. E che come dimostra l’accoltellamento di San Donato ha portato la violenza con sé.
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