Giornalisti al voto per la cassa previdenziale. Chi vincerà la competizione per gestire ciò che resta della casse destinate a erogare pensioni e ammortizzatori sociali per i giornalisti? Il voto può essere sia online ma non solo come ricorda Pierfrancesco Gallizzi in un post: “Chi preferirà esprimere il proprio voto al seggio elettorale potrà recarsi a Milano in via Monte Santo 7 dalle 10 alle 20 delle giornate di sabato 15 e domenica 16 febbraio 2020”. Un voto lungo dunque, che soffre di un antico male della stampa italiana: l’armiamoci e partite. In tutte le consultazioni pubbliche, i giornalisti votano pochissimo. Retaggio di un mondo di ipocrisie non si contano i cronisti che delegano ad altri la decisione con il voto: loro scrivono e basta, spesso invocando una maggior partecipazione e coinvolgimento delle persone nelle decisioni importanti. Poi, quando c’è da votare, spariscono. Su decine di migliaia di iscritti, i voti sono sempre poche migliaia. Quando va bene. Questa settimana potrebbe invertire la rotta: le gestioni passate consegnano un INPGI ridotto male. Vuoi per la crisi economica, per quella del settore, per incapacità, quale che sia il motivo che si scelga, che la cassa previdenziale sia messa male è un fatto. Mancano i soldi e sulla gestione di quelli che ci sono la discussione è aperta. Come le urne perché i giornalisti sono al voto per la cassa previdenziale. Chi avrà in mano il destino dell’INPGI?