Anva, Sacco: “Riaprire tutto, senza improvvisazioni e con sostenibilità economica”. L’intervento di “Franco” Francesco Sacco, Presidente dell’Associazione Nazionale Ambulanti di Confesercenti Milano, si rivolge alla categoria dei commercianti su area pubblica, per illustrare le azioni portate avanti dal sindacato: «Voglio tranquillizzare subito tutti i colleghi chiarendo che per ANVA non ci sono mercati o banchi di serie B: lavoriamo per consentire a tutti gli ambulanti di tornare quanto prima a operare sui loro posteggi così come in forma itinerante, ma occorre garantire a commercianti e consumatori la dovuta sicurezza, senza dimenticare il problema della sostenibilità economica delle nostre attività». ANVA si sta adoperando a tutti i livelli – nazionali, regionali e locali – per rappresentare la categoria in ogni consesso politico e tecnico dove si discute della cosiddetta “fase 2”, così come delle misure di sostegno alla redditività delle imprese», riprende Sacco. «È un impegno incessante, ma penso sia importante fermarsi un attimo per fare un po’ di chiarezza, perché in giro c’è tanta disinformazione». Il Presidente degli ambulanti di Confesercenti-Milano spiega che «sul piano della sicurezza stiamo procedendo con praticità». «Dobbiamo portare a casa “passo dopo passo” un ritorno alla normalità, in un contesto in cui le istituzioni ci chiedono di prendere atto della necessità di tenere ancora sotto controllo il virus, ma nel quale non rinunciamo a far valere la nostra esperienza “su strada”». «È un lavoro di squadra: dove le loro competenze sulla salute nei luoghi di lavoro, si devono combinare alla nostra conoscenza pratica del commercio ambulante, per stabilire i requisiti minimi che dovranno essere applicati sia in termini di distanziamento che di dispositivi di protezione». «A livello operativo» aggiunge Sacco, «i primi risultati conseguiti sono il via libera alle consegne a domicilio anche per gli ambulanti, nonché la riapertura dei mercati coperti: in tal senso abbiamo agito sulla Regione, affinché ammorbidisse le più rigide norme che ha varato per il territorio lombardo». «Sempre alla Regione ci stiamo rivolgendo perché modifichi ulteriormente la propria ordinanza, consentendo che sui mercati scoperti possano tornare i colleghi alimentaristi, come previsto dalla normativa nazionale, senza però penalizzare chi per un motivo o per l’altro ancora non sia in grado di tornare al lavoro, avendo a tal fine richiesto che sia temporaneamente soppresso il conteggio delle assenze». «Ci stiamo muovendo anche per le altre merceologie: ma non facciamo confusione» specifica Sacco; «in quel caso l’interlocutore è il Governo, perché è lo stesso Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in vigore che, tra le attività commerciali al dettaglio non sospese, cita espressamente – per il comparto dell’ambulantato – la sola “vendita di generi alimentari” sui mercati». «In tal senso stiamo chiedendo che gli ambulanti siano messi sullo stesso piano degli altri commercianti al dettaglio, prevedendo l’apertura delle medesime merceologie e fugando ogni dubbio sull’operatività degli colleghi che vendano i prodotti in questione come itineranti ovvero da posteggi isolati». Secondo il Presidente ANVA-Milano «per riaprire i mercati non bastano però improvvisati piani generalisti: bisogna adeguare alle specifiche esigenze di ogni area pubblica i principi del protocollo nazionale anti-Covid sottoscritto il 14 Marzo tra Governo e Associazioni». «Rimossi i “paletti” imposti dalla normativa nazionale e regionale attraverso l’individuazione delle regole di massima da far rispettare, occorrerà dunque un lavoro certosino con i Comuni, per evitare che siano quest’ultimi a disporre sospensioni locali comunque diffuse in quelle regioni dove non esistono divieti generalizzati come in Lombardia». «In tal senso abbiamo già avuto modo d’interloquire con i tecnici dell’assessorato al commercio del Comune di Milano, ma abbiamo sollecitato anche un più ampio confronto di area vasta: dato che Città Metropolitana e Province esistono chiediamo che anche quelle istituzioni lavorino per evitare situazioni a “macchia di leopardo”, che vogliamo scongiurare sia a Milano, sia nell’hinterland, perché per ANVA non ci sono mercati od operatori di seria A e di serie B». «Nel mal comune delle aperture con tutta probabilità scaglionate dal punto di vista merceologico, il mezzo gaudio sarà comunque la possibilità di avere più spazio tra un banco e l’altro, facilitando la ripartenza di un po’ tutti i mercati». «Per la fase successiva con riaperture più generalizzate, sarà invece necessario ricorrere a misure più incisive, facendo più ampio uso di strumenti di separazione fisica e accorgimenti come l’estensione degli orari di vendita per rendere meno intensa la frequentazione dei mercati». «Mentre lavoriamo per le riaperture, non possiamo però dimenticare la questione della sostenibilità economica delle imprese ambulanti», conclude Sacco. «Per il momento siamo riusciti a spuntare la sospensione dei tributi locali, promesse di credito agevolato, e i famigerati 600€ per i colleghi non in pensione, ma per ANVA questo non basta: oltre a un’estensione e a un aumento dell’indennizzo – eventualmente anche con un fondo regionale per ristorare almeno parte dei mancati incassi – e all’effettiva erogazione del credito promesso, chiediamo che ci sia un condono dei tributi locali come COSAP e TARI, anche in ragione delle sospensioni forzose delle attività». «Chiediamo infine anche un intervento sul tema mobilità: alla Regione abbiamo già chiesto di rinviare il termine del 30 Aprile per aderire all’accordo siglato da ANVA su MoVe-In; anche al Comune ribadiamo l’esigenza di chiarire cosa intende fare su OBU: in un momento in cui gli ambulanti lottano per la sopravvivenza, vogliamo sperare che si prenda atto dell’impossibilità di sostituire i vecchi furgoni per gran parte degli operatori».