Caro tarantino ti scrivo: scusa. E lo faccio per chiederti scusa. Per decenni abbiamo sopportato di vedere che per te la Costituzione era sospesa da anni. Anzi, alcuni hanno addirittura supportato l’idea che tu e i tuoi cari doveste morire di cancro per evitare di morire di fame. Perché da voi in piccolo si è verificata la situazione che viviamo oggi in tutta la Penisola: la grande discussione tra apriamo e chiudiamo si fonda su questo, la lotta tra chi crede più un valore la vita e chi l’economia. Se chiudiamo, moriamo di fame, quindi meglio aprire e rischiare di morire, dicono in tanti. E a chi sostiene che per lavorare devi essere vivo, replicano morirai sano ma di stenti. Il governo però in questi due mesi ha tirato dritto e respinto ogni assalto per difendere il diritto alla salute. Quindi caro tarantino ti scrivo scusa perché per noi Roma si è battuta, pronta a portare questo benedetto debito pubblico oltre ogni limite immaginabile, litigando con l’Unione Europea con una forza mai dimostrata. Voi invece siete rimasti a morire pochi alla volta per poi essere traditi anche sul piano economico: gli indiani di Mittal infatti sembrano convinti di dover chiudere lasciandovi a casa. Parafrasando Churchill: potevate scegliere tra lavorare morendo o morire non lavorando, ora morirete. Noi siamo rimasti a guardare e di questo dovremo prima o poi pagare almeno umanamente il fio. Caro tarantino ti scrivo scusa perché oggi abbiamo imparato che voi eravate come noi, ma ce ne siamo lavati le mani. E non parliamo solo dei gesti dei singoli: abbiamo anche assistito e votato una classe dirigente incapace di gestire problemi veri. Oggi ne paghiamo e ne pagheremo tutti le conseguenze: al momento abbiamo ancora le risorse economiche e sociali per ripartire con modelli nuovi, ma non lo faremo perché i nostri governanti non sanno immaginare il domani, ma solo riproporci una sorta di ritorno al prima. Un ritorno che non sarà possibile, perché la vita non torna mai sui suoi passi. Quindi useranno le risorse per cercare una normalità che era già in crisi. Falliranno. E noi con loro se non sapremo avere la lucidità necessaria in questo momento. Noi qualche governante con l’orizzonte lungo lo vediamo, un esempio lombardo è Fabrizio Sala, ma sarà abbastanza se non diamo anche noi una mano? Prendiamoci le nostre colpe, ma non come peso, come spunto per non commettere gli stessi errori. Intanto caro tarantino di scrivo: scusa.