“Lunedì 27 aprile si sono svolti i lavori del Patto per lo Sviluppo, il Tavolo istituzionale di confronto e dialogo con tutti i principali stakeholder del sistema lombardo. È stato messo a tema un documento relativo alla ‘Fase 2‘ del coronavirus in Regione Lombardia”, lo ha detto il Governatore Attilio Fontana, in occasione della visita del premier Giuseppe Conte in Prefettura a Milano.
“Nell’affrontare i principali temi di discussione – ha aggiunto Fontana – sono emerse alcune questioni chiave condivise da tutto il Tavolo. Che richiedono risposte da parte del Governo.
Ho ritenuto opportuno, venuto a conoscenza dell’incontro di lunedì 27 sera, di consegnare un report dei lavori al presidente del Consiglio”.
Ecco i punti principali del documento consegnato dal governatore Attilio Fontana al presidente Giuseppe Conte.
1. Sostegno alle famiglie: asili nido, servizi per l’infanzia, scuola e necessità di coniugare il rientro al lavoro dei genitori con la gestione dei figli e ipotesi di congedi parentali: il 50% della retribuzione non è sufficiente.
2. Sostegno alle imprese: necessità di rispondere in tempi rapidi alle richieste delle aziende e semplificazione per far ripartire i cantieri e le attività produttive.
3. Trasporto Pubblico Locale: necessità di definire chi può occuparsi, e con quale titolo (i funzionari/controllori delle aziende di trasporto non sono pubblici ufficiali), dei controlli all’ingresso delle stazioni e sui mezzi pubblici, del mantenimento delle distanze al loro interno.
“Io sono convinto che sarebbe molto più opportuno che fosse un Governatore a poter decidere” sull’eventuale istituzione di ‘zone rosse’ se in futuro dovessero scoppiare nuovi focolai di Covid, “ma mi si deve mettere a disposizione anche la forza pubblica a quel punto”, ha poi detto Fontana nel corso della trasmissione Mattino Cinque. Per Alzano e Nembro, nella Bergamasca, ha aggiunto, “non ci sono state incomprensioni io ero ben cosciente del fatto che non fossi nelle condizioni di farlo. E in effetti la direttiva del ministero dell’Interno dell’8 marzo ha chiarito che queste competenze spettano esclusivamente al potere centrale, anzi al Governo nella sua complessità, ci deve essere un Consiglio dei Ministri per decidere“.