Murales su Fontana, anche a sinistra c’è chi si indigna. E come è capitato altre volte, ci complimentiamo volentieri anche con chi sta a sinistra. Sinistra sinistra in questo caso, perché le parole assolutamente condivisibili arrivano da Paolo Limonta. Ha tante cariche pubbliche e a partire dal ruolo di maestro di scuola, ma il motivo per cui è noto è che era il collegamento ufficiale tra l’ex sindaco Giuliano Pisapia e la galassia dei “centri sociali”. Insomma: sinistra estrema. Eppure proprio lui con senso delle istituzioni e della misura ha contestato l’idea di chi ha voluto attaccare il governatore lombardo in maniera così dura e vile. “Gli avversari politici si contrastano con la forza delle idee e delle proposte. La scritta “Fontana assassino” comparsa questa mattina su un muro di Crescenzago è quanto di più lontano ci possa essere dal mio modo di pensare e di agire. Il contrasto quotidiano all’odio e al rancore deve essere il tratto distintivo di chiunque lotti e si impegni per cambiare questa società. Piena solidarietà quindi al Presidente della Regione Lombardia. Perché la stupidità è sempre controproducente. Anche in politica…”. Chiaro, netto, condivisibile. In altri termini: giusto. Una posizione di civiltà che distingue Limonta da altri della sua parte politica che hanno invece trovato il modo di condannare il gesto aggiungendoci “ma” “però” “sebbene” eccetera. Una posizione molto comoda, perché non si condanna la violenza delle parole o dei gesti e basta. La si condanna con delle riserve, lasciando di fatto una porta aperta. Per questo motivo ringraziamo Limonta e i tanti di sinistra che la pensano come lui. Non serve scendere a certi livelli per scontrarsi sul piano politico, un discorso che vale per la sinistra tanto quanto per la destra: le battaglie possono essere altrettanto dure anche senza manifestazioni scomposte, insulti e minacce. Per carità, nello scontro possono capitare, ma poi bisogna essere saggi come Limonta per rimediare. Anche solo per tornare a litigare con più forza di prima.