La politica milanese è in crisi. Dai livelli più bassi come i Municipi, fino all’ultimo piano di Palazzo Lombardia, la politica milenese è in crisi. Il sindaco Giuseppe Sala ha dichiarato a TPI di essere a pezzi: non dorme più bene la notte e pare non gli fosse mai successo nonostante una vita non esente da prove forti. Non sa nemmeno se candidarsi. E con la sensazione di essere ignorati dal governo. Insomma, psicologicamente a pezzi. Politicamente spaesato. Un uomo che comprensibilmente avrebbe bisogno di riposo (non è nemmeno più un ragazzino) e invece deve guidare una delle città più importanti del mondo. Nei Municipi non va tanto meglio, tanto che volano parole così forti da convincere un consigliere del Municipio 9 a pubblicare la registrazione di alcuni frasi di suoi colleghi. Non siamo ancora, forse, ai consigli di quartiere “attenzionati” dalla Digos come nel precedente mandato, ma poco ci manca. Palazzo Isimbardi poi è stato appena scosso dal caso Siria Trezzi (PD): la delegata alla Mobilità per la Città metropolitana è finita in manette con l’accusa di essere parte di una compagnia di imprenditori immobiliari spregiudicati. E a Palazzo Lombardia? Pessime notizie anche qui: Attilio Fontana (Lega) pare da tempo al limite delle energie fisiche e politiche. Il governatore lombardo ha provato a lanciare qualche segnale positivo, ma l’ombra di Salvini e le necessità della politica nazionale lo hanno infilato in un angolo da cui pare destinato a non uscire. Giulio Gallera (FI) è il bersaglio preferenziale per una campagna durissima contro qualunque azione presa da Regione durante le settimane più dure dell’epidemia. Ormai qualsiasi dichiarazioni rilasci solleva un altro polverone. Si trova in una situazione simile a quella di Renzi: c’è uno zoccolo duro che ormai considera “male” qualunque cosa dica o faccia. Potrebbe dire “amo i gatti” e i titoli il giorno dopo reciterebbero “Gallera odia i cani”. Se per l’assessore al Welfare sia un problema non si sa, ma la sua immagine pubblica oggi non è facile. La manifestazione di Forza Italia in sostegno di Berlusconi si è risolta in un pugno di irriducibili, segno che una certa epoca è definitivamente conclusa. Soluzioni nuove se ne vedono poche, tanto che la politica locale è andata in palla per discutere di secchiate di vernice di varia natura. Idee vere su come uscire da questa palude psicologica se ne vedono poche e a Roma criticano gli assembramenti dopo aver appena organizzato un assembramento di lusso chiamato Stati Generali. Quindi la politica milanese è in crisi e nemmeno da Roma possiamo sperare in un segnale. Incrociamo le dita.