Trasporti, Milano al quarto posto in Europa secondo il Regional Logistics Index, al pari della Catalogna, dietro a Olanda con West Netherlands al primo, Francia con Ile de France al secondo, Germania con la Baviera al terzo. In particolare è prima in Europa per i vantaggi nei costi competitivi, quarta per efficienza, quinta per accessibilità. Tra i valori che ostacolano la crescita del settore rispetto ai competitor europei, la dotazione stradale e ferroviaria, entrambi con un valore pari circa al 60%, rispetto al miglior competitor estero. Emerge dalla ricerca: “Regional Logistics Performance. La Regione Logistica Milanese (RLM) e l’Europa a confronto” realizzata dall’ufficio studi della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e con il supporto di Alsea – Associazione Lombarda Spedizionieri e Autotrasportatori in collaborazione con la LIUC, Università Cattaneo di Castellanza. Ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi: “La logistica ha avuto un ruolo fondamentale durante l’emergenza sanitaria permettendo di mantenere attive quelle filiere indispensabili alla sopravvivenza economica del Paese. La grande Milano ricopre il ruolo di hub italiano da cui, ogni anno, transitano merci per un valore di 140 miliardi di euro, il 16% del totale nazionale, e 35 milioni di persone. Sono numeri importanti, che la crisi Covid ha drammaticamente ridimensionato”. “Che il settore della logistica sia di primaria importanza per lo sviluppo economico è un dato di fatto – ha osservato Alessandro Mattinzoli, assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia -. Un sistema logistico moderno ed efficiente rappresenta oggi una leva per incrementare la competitività sui mercati internazionali del settore manifatturiero lombardo e migliorare le prospettive dell’economia, anche a livello nazionale. Logistica e trasporti pertanto sono fattori fondamentali sia per la competitività del territorio – come fattore di attrattività di investimenti e flussi economici – sia come fornitore di servizi per la collettività. Siamo ora più che mai tutti chiamati ad affrontare insieme sfide importanti, fra cui la sburocratizzazione, l’efficienza del sistema, la digitalizzazione, la sostenibilità”. Questo l’appello della Presidente di Alsea, Betty Schiavoni: “Chiediamo assunzione di responsabilità. E’ fondamentale avere un unico luogo istituzionale dove amministrazioni pubbliche e privati si possano confrontare e decidere. All’estero funzionano “le società di corridoio”, si segua questo esempio virtuoso. Ed è necessario farlo oggi, per superare la crisi che stiamo vivendo. Il sistema milanese e lombardo chiede stabilità e certezza di regole”. Spiega Fabrizio Dallari, LIUC – Università Cattaneo: “Abbiamo messo a confronto, con dati statistici e sondaggi tra addetti ai lavori, 4 cluster logistici con la Regione Logistica Milanese e precisamente: Western Netherlands, Ile de France, Baviera e Catalogna. Lo abbiamo fatto prendendo a riferimento tre macro voci: 1. i costi del fare logistica 2. l’efficienza e la competitività del sistema 3. l’accessibilità e la connettività”. I flussi logistici intorno a Milano coinvolgono 1.301 imprese (su 17 mila nel settore trasporti e logistica più in generale), con 95 mila addetti e un business da 22 miliardi. A Milano ci sono 4,6 miliardi di business per gli autotrasportatori, su un totale di 8,7 miliardi nella regione logistica, che include la Lombardia e anche Piacenza e Novara. Si aggiungono 2 miliardi per i magazzinieri, su 2,7 miliardi in totale e 9 miliardi per gli spedizionieri su 11 in totale, per un dato complessivo di 16 miliardi su 22 miliardi della regione logistica nel suo complesso. Sono 1.301 le imprese del settore che occupano oltre 95.000 addetti. Il fatturato del settore è di oltre 22,4 miliardi di euro, con una media di 240.000 €/addetto e con punte di 490.000€ per le imprese di spedizione. Il fatturato è cresciuto con un tasso del 5% annuo tra il 2008 e il 2018. Sono oltre 17.000 imprese complessive del settore logistica e trasporto, di queste sono 1.301 con un ruolo di «orchestratori» dei flussi logistici operanti nella RLM. Secondo le aziende del comparto, i fattori più determinanti per la competitività del territorio sono i costi del ‘fare’ logistica (46%), l’efficienza (30%) oltre all’accessibilità e alla dotazione infrastrutturale (20%). L’indicazione riguarda il peso che i singoli fattori ricoprono nella costruzione dell’indice, al fine di ponderare i 24 parametri attribuendo loro un giusto valore rispetto all’incidenza che le singole voci rivestono nell’attività logistica. Punti di forza sono un PIL da 845 miliardi della regione logistica, che parte da Milano e dalla Lombardia includendo Piacenza e Novara, quattro porti notevoli raggiungibili in meno di 4 ore – Genova, La Spezia, Savona, Ravenna – e tre aeroporti – Malpensa, Bergamo, Brescia-. Bene anche l’apertura internazionale della regione pari al 67%. Il questionario è stato elaborato su 121 risposte delle aziende del settore tra ottobre e novembre 2019, 24 gli indicatori analizzati in tre diversi raggruppamenti, costi, competitività, connettività. I punti di forza (traffico in porti e aeroporti a meno di 4 ore) e di debolezza (dotazione ferroviaria e stradale) della logistica milanese. Sono calcolati come punti percentuali di differenza tra la RLM e il best-in-class (=100): traffico sostenuto attraverso i porti e gli aeroporti raggiungibili entro 4 ore di guida dal centro della Regione Logistica Milanese, dove Milano è rispettivamente 84 e 78 rispetto a 100 del miglior competitor europeo. Buoni anche i tempi di sdoganamento per l’import (75 su 100). Tra i valori meno soddisfacenti rispetto ai competitor europei, la dotazione ferroviaria e stradale. Le criticità percepite dalle imprese, per il 31% sono problemi infrastrutturali, per il 29% costi elevati, tasse incluse, per il 21% la burocrazia. Le sfide principali, per oltre uno su due sono: l’informatizzazione, dazi e guerre internazionali, evoluzione del mercato con nuove imprese, la sostenibilità ambientale con il passaggio all’elettrico e infine la sostenibilità sociale con mancanza di autisti specializzati.