Liste in Prefettura, politici a casa

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Liste in Prefettura, politici a casa. Non sappiamo come altro riassumere l’idea del Partito democratico di sottoporre al Prefetto preventivamente le proprie liste elettorali. Da un lato le numerose questioni aperte con la magistratura possono spiegare la necessità di un gesto simile. Tra le ultime un pezzo pesante del Pd lombardo è stato travolto da un’ondata di manette: Siria Trezzi, ex sindaco di Cinisello Balsamo e consigliere metropolitano con delega alla Mobilità, è stata arrestata per corruzione. I processi diranno se si trattava di un grande errore, ma i fermi hanno imposto un brusco risveglio alla comunità piddina. Viene però da chiedersi a cosa servono tutte le strutture politiche se poi è lo Stato a dover verificare se i candidati vanno bene o no. Anche perché lo Stato è tutt’altro che infallibile, ma se lo può permettere perché ha le spalle larghe. La politica a sinistra invece pare di no. Pare che non sia in grado di selezionare una proposta di classe dirigente senza chiedere l’assenso dei più grandi. Ma allora a cosa servono? Per questo diciamo liste in Prefettura, politici a casa. Se tanto chi può canidarsi lo sceglio il Prefetto, andiamo fino in fondo: la Prefettura stila una lista di eleggibili in base a conoscenze, capacità e disponibilità e poi si elegge per sorteggio. Senza imbastire la solita baracconata delle elezioni che riempono la città di manifesti abusivi per cui nessuno pagherà mai. Se dobbiamo solo avere una classe di amministratori con bollino di Stato, tanto vale non avere il perpetuo ronzio di fondo delle opinioni che oggi si chiama politica. La politica dovrebbe avere il coraggio e le spalle abbastanza larghe da candidare anche chi non è gradito allo Stato, perché i popoli senza idee sono greggi e non nazioni. L’omicidio delle ideologie ha portato a risultati impensabili: oggi è più importante chi dà le multe di chi costruisce le strade. Chi conferisce bollini di chi crea cultura, bellezza e innovazione. Rinunciando a legittimarsi da sola, la sinistra ha perpetrato l’ennesimo suicidio politico. A questo punto liste in Prefettura, politici a casa. Perché se domani non potessimo più chi vogliamo, non sarebbe più una democrazia. Nemmeno una Repubblica o una dittatura. Sarebbe un pascolo di greggi.