Arrivata a Beirut la spedizione umanitaria italiana

Arrivata a Beirut la spedizione umanitaria italiana. L’Italia ha infatti proseguito nel suo impegno pluridecennale in Libano con una spedizione di aiuti dopo la tremenda esplosione che ha devastato la città. A darne notizia è stato Angelo Tofalo, sottogretario di Stato alla Difesa.  “Ieri sera nave San Giusto, partita 5 giorni fa da Brindisi, è arrivata al porto di #Beirut con a bordo assetti della Marina Militare e dell’Esercito Italiano. Inizia così l’operazione interforze “Emergenza Cedri” nell’ambito dell’impegno umanitario nazionale che, in un momento così difficile, esprime ulteriormente la vicinanza dell’Italia alla popolazione libanese. Oltre 500 militari, 2 navi con elicotteri imbarcati, un ospedale da campo con personale specializzato dell’Esercito, della stessa tipologia di quello impiegato in Italia durante l’emergenza Covid, assetti per la rimozione delle macerie, nuclei CBRN, un assetto per trasporto in biocontenimento anche in elicottero, un team del Gruppo Operativo Subacquei del Comsubin con capacità EOD e CIED, supporto idrografico per i rilievi nel porto a seguito dell’esplosione, un velivolo C-130 dell’Aeronautica Militare, sono gli assetti messi in campo dalla Difesa in #Libano a seguito dell’esplosione del 4 agosto e della grave emergenza Covid che sta colpendo la popolazione libanese. I nostri militari sono presenti in Libano ininterrottamente da 38 anni, mettendo la propria professionalità al servizio della stabilità e del rafforzamento della sicurezza, garantendo costantemente la necessaria assistenza”. Adesso che è arrivata a Beirut la spedizione umanitaria italiana, l’Italia torna in prima linea e può dimenticare gli stafalcioni di rappresentanti governativi che avevano confuso libici e libanesi per la fretta di pubblicare post sui social network. Deputati e senatori del Movimento 5 Stelle che non avevano nemmeno avuto la decenza di chiedere e scusa e basta, ma anzi avevano ripreso chi li aveva criticati come se il problema fossero le critiche e non che qualcuno con alte responsabilità scrive e parla prima di pensare alle conseguenze.