Sala “risponde” a Majorino su Milano 2021

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Sala “risponde” a Majorino su Milano 2021. Con un post pubblico sul proprio profilo Facebook, il sindaco Giuseppe Sala risponde al lungo post con cui Pierfrancesco Majorino aveva fissato il programma elettorale della sinistra per le prossime elezioni. Una mossa decisa come nello stile dell’ex assessore, l’unico a opporre una vera candidatura a Sala alle ultime primarie civiche. Ma che non è sfuggita a una vecchia volpe come il primo cittadino che infatti risponde sullo stesso canale con un post altrettanto lungo. E altrettanto “fino”: se Majorino ha dimostrato più lucidità di altri stilando un programma, mentre gli altri erano imbambolati dalla questione SalaSì/SalaNo, il sindaco rilancia prospettando l’organizzazione del lavoro per i prossimi anni. Ci tiene a precisare infatti che non si tratta di Stati Generali o un branstorming, ma una maxi riunione operativa per stabilire i passi pratici da compiere nei prossimi anni. Una contromossa molto intelligente, perché non direttamente conflittuale, una sorta di gara di idee su chi è migliore e più accorto nell’amministrare la situazione. Si può pensare ciò che si vuole dei due politici, ma bisogna notare che a volte sanno portare la dialettica politica milanese ben più in alto della media quotidiana: dopo vent’anni di gara a chi rutta più forte, le gare in positivo sulla politica di qualità sono un buon segnale per la città, perché dove si riesce ancora a pensare c’è vita. Mentre Sala “risponde” a Majorino su Milano 2021, nel centrodestra non ci sono grandi sussulti in questo senso, anche se qualcosa si muove.

Ecco dunque l’intervento di Sala:

Stiamo vivendo un tempo complesso. Il virus genera ancora domande e preoccupazioni per ognuno di noi. La partenza della scuola è un primo appuntamento cruciale per verificare quanto abbiamo imparato a convivere con questa situazione. Ma proprio in questi momenti di incertezza io credo non si debba smettere di guardare al futuro. Partendo da alcuni punti fermi.
Innanzitutto Milano ha certamente pagato un prezzo alto a questa pandemia in termini di lutti, di dolore e di sacrificio. Ma possiamo dire che la città ha resistito, che sarebbe certamente potuto andare peggio, con implicazioni molto pesanti per la Lombardia e il resto del Paese. Molte possono essere le spiegazioni, una di sicuro è la grande dedizione agli altri che anche in questa situazione le milanesi e i milanesi hanno saputo dimostrare, giorno dopo giorno, proteggendo al meglio le vite degli anziani, dei più deboli, dei meno avvantaggiati. Con una regia dell’amministrazione comunale che si è sempre fatta sentire.
Rimane però il fatto che anche Milano dimostra di aver bisogno della definizione di strategie urbane e di gestione della vita cittadina che possano rimettere la salute delle persone e la qualità della vita al centro delle nostre decisioni e dei nostri investimenti.
In questa prospettiva invito quanti mettono in dubbio la validità del metodo Milano a non confondere il fatto che le stagioni cambiano – a volte forzatamente, come nella situazione che stiamo vivendo – ma i valori e le qualità di base rimangono. Milano può contare sul connubio tra le sue istituzioni e un tessuto di università e centri ricerca, di imprenditoria e creatività, di cultura, di impegno civico e solidarietà che ne fanno una città basata sulla più ampia e fruttuosa collaborazione tra pubblico e privato. Questa Milano vive nella convinzione che solo l’apertura internazionale e la ricerca di nuove forma di socialità le consentano di essere protagonista di un momento storico complesso ma stimolante.
Tutto ciò è vivo, è reale e corrisponde a un’idea di futuro per Milano chiara e precisa. E nella realtà noi arriviamo a questo appuntamento con idee ben chiare e programmi definiti:
– la fase operativa del piano degli ex scali ferroviari
– le Olimpiadi del 2026 e i nuovi impianti sportivi
– i 3 milioni di alberi di ForestaMi
– il Piano Quartieri
– la rinascita dell’ex area Expo
– le nuove metropolitane e un diverso modello di mobilità
– la riqualificazione del nostro patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica
– il rilancio dell’offerta culturale
– la poderosa digitalizzazione della città, sia dal punto di vista dell’infrastruttura (copertura integrale in 5G) che dei servizi.
Questi programmi configurano un’articolata e preveggente strategia di intervento che trova nel PGT 2030 un efficace inquadramento e che possono consentirci uno scatto in avanti.
Certo, ci sono una serie di questioni ancora tutte da affrontare. Ne cito una, a titolo di esempio. Gli affitti a Milano sono troppo alti e rischiano di portare parte della popolazione più giovane a dover lasciare la città. Una soluzione non è facile da individuare, essendo tecnicamente non semplice inserirsi in accordi tra privati. Ma ci lavoreremo, su questo e su altro.
Capisco che la prospettiva delle elezioni faccia sorgere domande sulla mia candidatura, ma sono convinto che oggi il mio dovere è dare un indirizzo a un percorso di crescita sostenibile in termini di opportunità di lavoro, di formazione, di servizi, di rispetto per l’ambiente, di accoglienza e di equità sociale. Il mio mandato non è finito, ho davanti 9 mesi di impegno per la mia città. Nel frattempo rimango assolutamente concentrato, come ritengo la gestione della candidatura di Milano come sede del Tribunale Unificato dei Brevetti possa dimostrare.
Per questo nel mese di Ottobre chiamerò i milanesi a una riflessione collettiva sul nostro futuro. Non si tratterrà di una discussione vana, di un’ennesima edizione di Stati Generali. Anzi, ribalteremo la prospettiva. Non un brainstorming in un cui si discute di tutto come se si partisse da zero. Piuttosto la presentazione del nostro progetto, partendo da quanto fatto e pronti ad accogliere censure, emendamenti, idee migliorative sul futuro. Con un processo serio, strutturato e molto esteso che metterà tutte le rappresentanze, le competenze e le volontà pubbliche e private a confronto. Noi abbiamo a lungo riflettuto su quale città vogliamo essere. Studieremo insieme come percorrere le strade della nuova normalità. Tutti sono invitati, a patto che siano animati dalla volontà di mettere a disposizione le proprie competenze e da un sincero amore per questa città. Milano, la nostra città.