Trenord ancora sotto scacco degli scioperi. L’ultimo in particolare ha smosso diverse polemiche perché l’azienda ha risposto all’annuncio dello sciopero dicendo che era una scelta irresponsabile. Accusa respinta al mittente dai sindacati che hanno gongolato per l’alta adesione allo sciopero: “Ringraziamo tutti i lavoratori che, con la loro adesione, hanno permesso la realizzazione di questo straordinario risultato. Il Trasporto Regionale Lombardo paralizzato. Ora ci attendiamo un cambio di rotta in Trenord, altrimenti sarà una stagione di scioperi”. E anche la politica si è accorta della situazione e bacchetta l’azienda di trasporti: “A Trenord non compete disquisire di diritti costituzionali, deve solo ascoltare le ragioni dei lavoratori in sciopero. E risolvere i problemi emersi.
Bollare a priori le loro richieste come pretestuose è strumentale per un’azienda che non ha mai brillato per la qualità dei servizi, la capacità organizzativa e la sensibilità. I lavoratori, e i viaggiatori, non devono pagare le gravi criticità gestionali di Trenord. Chi sciopera va ascoltato perché indica violazioni gravi degli accordi e abuso del ricorso al sistema sanzionatorio. Il M5S Lombardia è vicino alle istanze dei lavoratori e ribadisce la necessità di una revisione della gestione aziendale affinché vengano tutelati i diritti dei dipendenti e sia garantito un servizio degno di un paese civile”, così Nicola Di Marco, consigliere regionale del M5S Lombardia. Trenord ancora sotto scacco degli scioperi e della politica, ma anche di sè stessa, perché se c’è un’azienda che ha saputo farsi del male da sola in questi ultimi mesi è proprio Trenord: chi ricorda la polemica sulle bici in treno, proprio in un periodo in cui si cerca di convincere le persone a usare più le due ruote? Ma forse ai vertici, di nomina politica, interessa poco.
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