Aprire le piscine per curare i milanesi oggi e domani. Un’idea semplice e attuabile persino dalla più scarsa delle Amministrazioni: aprire le piscine comunali, almeno in parte, per chi necessità di cure. Sarebbe un sistema per raggiungere diversi obbiettivi: prima di tutto si darebbe un respiro ai milanesi e al sistema delle piscine. Le sedute di fisioterapia, ginnastica e movimento in acqua servono a molte persone, in particolar modo gli anziani. Ma non solo: la città in teoria si prepara a vivere anni di sport per l’obbiettivo delle olimpiadi invernali 2026, dunque il tema non dovrebbe essere sottovalutato. Oggi serve riaprire le piscine per categorie specifiche per curarsi dei milanesi e anche riavviare una parte del circuito economico legato allo sport, ma domani potrebbe essere solo un primo passo di una formula più ampia per la città. Mens sana, in corpore sano dicevano, ecco potremmo adattarla ai tempi con un Milano sana, in corpore sano. Pensiamo cioè oggi ad aprire le piscine per curare i milanesi, ma non come gesto estemporaneo. Una città che valorizzi lo sport in senso ampio vuol dire pensare a una metropoli multicentrica in grado di creare circoli virtuosi anche economici. Pur se sottovalutati, gli sport come basket, pallavolo e tanti altri muovono decine di migliaia di persone. Anche il pugilato a Milano ha avuto persino medaglie d’oro come Cammarelle. Tutte discipline i cui fan sono davvero appassionati. Se invece di riproporsi come la città dove i ragazzi arrivano per fare i camerieri si puntasse tutto su un’idea di città dello sport e della cura della persona e del suo corpo? Da una parte sistemi capillari, avanzati e pubblici per seguire malati o persone in via di guarigione. Dall’altra una sistema di impianti sportivi rinnovati nella strutture e nella gestione. La collaborazione con le università verrebbe facile dal momento che il sistema universitario ha una ricca tradizione medica e tecnica in senso ampio. Sono buoni pilastri per pensare un sistema che economicamente sia valido e positivo sotto molti aspetti. Se si creano veri circuiti economicamente sostenibili, si possono proporre ai giovani scomparsi da Milano lavori diversi da quelli di cameriere. Inoltre una città multicentrica potrebbe risolvere l’annoso problema delle periferie, perché di fatto non esisterebbero più per come le concepiamo ora. Aprire le piscine per curare i milanesi oggi e domani non dunque solo un programma economico, è una prospettiva di un futuro possibile. Un orizzonte diverso dalla città del cazzeggio perpetuo, una città in cui si curano le persone fuori per curarle anche dentro. Milano tornerebbe ad avere un’anima in grado di superare i tempi durissimi che ci attendono non appena saranno stati sprecati i 209 miliardi di Next Generetion EU.
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