Quello strano asse tra Lega e PD. Una delle notizie più curiose di questi giorni è la decisione di Attilio Fontana di nominare come consulente in ambito sanitario una ex senatrice del Partito democratico. E’ vero che in questo periodo storico tutto sembra possibile, ma un gesto simile genera diversi dubbi. La Lega non era il nemico numero uno del Partito democratico? E, in teoria, era valido pure il viceversa fino a poche ore fa. Ora sembra che il Covid abbia cambiato tutto ed Emanuela Baio suggella un nuovo asse entrando ai piani nobili di Regione Lombardia proprio mentre governa la Lega. Si tratta solo di una giravolta della Baio? Potrebbe essere: ormai si cambia partito con una certa leggerezza, dunque non ci sarebbe nulla di strano: la stessa ex senatrice aveva lasciato il Pd per Scelta Civica, il defunto partito di Mario Monti (un altro premier incensato dalla stampa e dal Quirinale, ma non dal popolo). Scelta Civica fu scelta da pochi, mentre Baio potrebbe aver trovato un modo per riciclarsi, oppure essere il primo passo di un asse inedito della politica lombarda. Se fosse vera quest’ultima ipotesi potrebbe essere una prova generale di un accordo tra Lega e Pd anche a livello nazionale: il governo traballa da settimane e tutti sono alla ricerca di un’altra opzione per portare avanti l’amministrazione dello Stato. Con la scusa dell’emergenza Covid Salvini e Zingaretti potrebbero avere l’occasione di superare la centralità parlamentare dei Cinque Stelle (hanno ancora tantissimi deputati e senatori) creando un governo insieme. Oltre al Covid ci sarebbe anche la scusa di dover nominare il presidente della Repubblica (è l’ultimo anno di Mattarella): se lo eleggessero insieme ufficialmente (senza tiratori franchi o di altro tipo) sarebbe il presidente con il mandato più solido di sempre. E si scongiurerebbe il rischio di avere sette anni con un presidente grillino. Forse è fantapolitica, ma oggi come oggi tutto è possibile.
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