Obinu (Humint Consulting): il capitano della Marina al servizio dei russi è un perfetto esempio di Humint. Lo spiega Mauro Obinu, generale a riposo e consulente della Humint Consulting. Il capitano di fregata balzato al disonore delle cronache è stato preso con le mani nella marmellata dagli uomini del ROS mentre passava documenti segreti a un diplomatico russo per 5mila euro. Pare che l’uomo avesse una situazione famigliare non facile, motivo per il quale è diventato il perfetto bersaglio per gli spioni di Putin: persone così hanno sempre bisogno di soldi in più e russi erano pronti a versarli.
Generale come inquadra la notizia dell’arresto del capitano della Marina?
“La vicenda relativa a questo caso di spionaggio evidenzia tre punti in maniera particolare: il primo è la postura russa in tema di spionaggio politico militare, il secondo è il ricorso allo strumento Humint che evidenzia assoluta efficacia a fronte di altre tecniche di spionaggio, quindi possiamo parlare di un caso classico; terzo ovviamente è l’efficacia del nostro controspionaggio che ha fatto un lavoro prolungato sommerso ed efficace per poi passare gli esiti di questa fase ai carabinieri del Ros per la fase repressiva”
Un’operazione del genere per quanto può andare avanti?
“Sono operazioni lunghe, sia da parte della struttura avversa che deve pianificare e organizzare le attività, altrettanto lunghe e minuziose devono essere le condotte di controspionaggio che è deputato a frenare e reprimere questo tipo di attività, ma al contempo è anche interessato a capire bene quali sono tutti i rivoli della manovra nemica. Quindi si tratta di mesi e anni”
Si parla comunque di una cifra ben lontana
“Innannzi tutto questo è quello che è emerso. Non è detto che non ci siano stati altri contributi da parte delle spie russe, al momento sappiamo che quando i carabinieri sono intervenuti c’è stato un passaggio da 5mila euro, o che non ce ne sarebbero stati altri nel proseguio della manovra spionistica. La seconda cosa appare di interesse la capacità delle spie russe di sviluppare una tecnica di reclutamento e coltivazione del militare infedele che sottolinea ancora come il metodo basato su azione umana risulta efficacemente impostato dal nemico. Poi c’è da dire anche che nelle indagini ormai demandate all’autorità giudiziaria possano espandersi e quindi evidenziare non solo l’entità del danno, ma anche una eventuale complicità ancora non emersa del nostro infedele con altri personaggi”
A livello di diplomazia come vede questo arresto?
“C’è da valutare ed auspicare la tenuta politico diplomatica italiana di fronte di sicure reazioni russe, sarà importante che il governo italiano tenga bandiera e non si lasci come dire non dico intimorire, ma non si lasci sviare dalla ferma posizione presa in questi frangente”
Può essere che ci sia stata una mano degli americani perché pare che le informazioni riguardassero anche strutture non italiane?
“Non so perché non conosco l’attività di questo servizio, ma in linea del tutto teorica è possibile che una prima segnalazione sia arrivata da un servizio alleato, il che evidenzierebbe una tenuta collaborativa del nostro controspionaggio”
E’ un tipo di attività usata solo in ambito politico militare?
“Questo tipo di attività non vengono adottate solo in caso di spionaggio politico militare come in questa circostanza, ma anche nel quadro dello spionaggio industriale e aziendale. Purtroppo, e lo sottolineo, l’attenzione a questa minaccia nelle nostre aziende è ancora sottovalutata e dobbiamo ricordarci che per riuscire a fare una contro intelligence preventiva bisogna fare la necessaria formazione per alzare il livello di sicurezza aziendale: una sana contro intelligence aziendale è in grado di prevenire tipologie di condotta tipo questa, quindi formazione, formazione, formazione. Non bisogna mettere la polvere sotto il tappeto e nascondere le possibilità che questa minaccia si evidenzi perché le possibilità sono molte”.