La strana storia della sedia della contessa Von der Layen. Perché la verità è in marcia, come diceva Emile Zola. Sempre. E infatti mentre qualcuno si scandalizzava perché il sovrano turco Erdogan non aveva preparato una sedia per Ursula Von Der Leyen, nessuno si informava davvero su cosa fosse successo. Ma twitter cinguetta e la stampa si adegua. Invece qualcuno poi ha scoperto che il primo rappresentante all’estero è proprio Michel, non Von der Leyen. Dunque in realtà i turchi non hanno volutamente offeso nessuno come hanno voluto far passare i media. Hanno rispettato il protocollo: in un incontro a quattro i due più importanti sulle sedie, gli altri due sui divani. Semplice, ovvio. Ma forse Von der Leyen aveva bisogno di legare il suo nome a qualcosa che non fosse l’insuccesso sui vaccini: la piccola Gran Bretagna viaggia verso le riaperture con i vaccini prodotti su suolo europeo. Cura sè stessa e il Commonwealth (cioè le sue ex colonie) mentre sul Continente si muore di fame e di malattia. Ma perché prendersela con gli inglesi che hanno protetto i propri cittadini e cugini all’estero? Ursula aveva una macchina molto più potente del primo ministro britannico, ma sta drammaticamente perdendo il confronto. La Brexit è stata la salvezza della Gran Bretagna, almeno in questo caso è innegabile. E allora forse la strana storia della sedia della contessa Von der Leyen ci è stata rifilata per questo. Erdogan sa di avere troppi torti seri per prendersela davvero per le critiche su un presunto insulto alle donne. Lui continua la sua campagna per consolidare lo zoccolo duro degli oltranzisti, esattamente come la contessa Von der Leyen che ha scatenato le femministe da tastiera. E intanto gli europei muoiono male.