A passo di corsa verso la selezione naturale. Perché lo scenario è quello: dobbiamo riaprire. Lavoratori dello spettacolo, albergatori, parrucchieri, Confindustria, tutte le attività economiche insistono che devono riaprire perché i ristori sono scarsi e non ci si vive. Sanno, perché lo sanno tutti, che se si riapre le terapie intensive scoppieranno. Ma ormai non gliene importa più nulla a nessuno. Perché nel Paese dei milioni di impiegati statali lo stipendio è visto come una certezza e tanti invece avevano via qualche risparmio. All’inizio sono state prese come vacanze non programmate: gli uffici pubblici di Milano ad esempio sono più in palla di prima dall’inizio della pandemia. Ma poi sono finiti i soldi e la pensione della nonna. Anche perché, non ci stancheremo mai di ripeterlo, la piccola e media impresa tanto celebrata in Italia non ha le risorse per le grosse crisi. Ed ecco che allora la retorica del salviamo tutti non ha più convinto. Perché se ho fame l’idea di qualche morto in più negli ospedali non è poi così inaccettabile. E allora via a passo di corsa verso la selezione naturale. Perché lo scenario più probabile con le riaperture senza copertura vaccinale sufficiente è l’attuale Brasile, dove la gente viene intubata senza sedazione, perché sono finiti i farmaci. Ma il popolo ha parlato: bisogna riaprire tutto, subito. Ok le mascherine, ma vogliamo vivere come prima. Dunque il 2021 sarà probabilmente peggio del 2020 in termini di morti a meno di interventi divini. Ma Mario Draghi può stare tranquillo. Qualcuno potrebbe additarlo in futuro come un carnefice, ma per tanti sarà un salvatore. La pensione è salva. Invece noi in Italia avendo vaccinato prima i pensionati, potremmo trovarci nella surreale situazione di non avere nessuno che lavori per pagare le pensioni. Perché chi invece è nella “popolazione attiva” girerà senza protezione dal virus. E con ogni probabilità si ammalerà. Quindi c’è solo da sperare in una selezione naturale non troppo pesante. Altrimenti nonni sanissimi moriranno di fame.