Un bilancio ottimista e in ritardo. Il Comune di Milano sta infatti discutendo in questi giorni di un bilancio che doveva essere chiuso prima della fine dell’anno, ma si sa c’è stato il Covid e sono saltati tutti gli schemi. Uno danno indiretto del Sars-Cov-2 è l’effetto distruttivo sui sistemi organizzati: la pandemia ha impedito di curarsi negli ospedali perché erano pieni di contagiati. Le operazioni e le altre cure sono state rimandate. Non bastavano i medici, non bastavano gli ospedali. Allo stesso tempo non bastavano i soldi per i materiali, il personale, insomma tutto il necessario. Dunque anche il bilancio comunale è slittato, così come si è chiuso giustamente un occhio su altre eccezioni. Però lo scontro tra Mascaretti e Barberis assume toni incomprensibili perché il capogruppo del Partito democratico se la prende con il meloniano per i 110.000 emendamenti presentati. La sua colpa sarebbe di impedire così l’approvazione del bilancio in tempi rapidi, ma non è Mascaretti ad aver presentato in ritardo il testo. Ed essendo all’opposizione è il suo ruolo proporre modifiche all’operato dell’Amministrazione. Già il bilancio è stato definito ottimistico da parte dei revisori dei conti, ora dovrebbe anche essere senza emendamenti perché è in ritardo? Perché va bene un bilancio ottimista e in ritardo, ma almeno che si lasci all’opposizione il permesso di svolgere il proprio ruolo come preferisce. Perché in tempi di pandemia sono già tante le deroghe alle regole democratiche. All’Amministrazione toccherà lavorare molto per smaltire gli emendamenti? Crediamo sia giusto, più giusto che chiedere agli avversari di piegarsi alle regole del Comune.