La città col cuore in mano ha più a cuore le piste ciclabili del benessere degli ultimi? È una domanda ricorrente che riprende forza ascoltando questo caso. I protagonisti hanno chiesto di restare anonimi. Ma resta una testimonianza forte di quanto poco i poveri vengano considerati. Una precisazione: chi scrive non ha idea di quante agevolazioni di svariati enti esistano in tema di trasporto disabili in tempo di Covid. Ma non ce l’ha nemmeno la coppia di cui parliamo. Ed è questo il punto, dopotutto. Un aiuto difficile da trovare è un aiuto negato.
“Sabato scorso è stato un giorno tra i più brutti della nostra vita. Il medico ci ha comunicato che abbiamo il covid. Mio marito è confinato su una poltrona 24 ore su 24. Io sono anziana. Abbiamo una piccola pensione. Arriviamo a prendere 600 euro al mese. Dobbiamo recarci in ospedale per controlli continui, altrimenti rischiamo di peggiorare. E questa malattia non lascia scampo. Così i nostri figli ci hanno cercato una ambulanza per poter andare in ospedale.
E ci è caduto il mondo addosso. Sono 84 euro all’andata e altrettanti al ritorno. A testa. Per fortuna ci siamo riusciti ad accordare ed io, come accompagnatrice, non ho pagato. Ma anche così, nei primi due controlli se n’è andata mezza pensione. A breve ne avremo un terzo. Poi, solo Dio sa. E quando sarà finita la pensione, come faremo? Io non ne ho idea. Non possiamo gravare sui nostri figli. E la domanda è sempre la stessa: possibile che non ci sia un modo per aiutarci?”
Commenta l’episodio, avvenuto nel Municipio 7, il consigliere di Municipio Franco Vassallo, che si sta impegnando per risolvere la vicenda:
“La povertà oggi non è solo questione di mancanza materiale, ma di isolamento sociale. Perché alcuni tipi di aiuti, tipo quelli riservati ai richiedenti asilo sono così facili da ricevere, e talvolta abbondanti, e quelli agli anziani sono così difficili da scovare? E perché il Comune, quando parla di inclusione, traduce gli opuscoli in arabo e non in un Italiano semplificato e facile da comprendere per gli anziani? Perché scrive in Cinese e non in caratteri più grandi?
Perché cerca, trova ed accudisce gli stranieri e non si preoccupa della povertà della porta accanto, chiusa dietro a porte di silenzio e muri di dignità? C’è davvero un tema, purtroppo, di una povertà meno glamour, fatta di amarezza, esclusione e un isolamento sociale nato e radicatosi ben prima del virus che Sala non ha mai affrontato. La narrazione è che essere Italiani risolva ogni problema (vedi Ius Soli) e che una volta diventati tali si possa essere serenamente abbandonati. Questa idea porta all’abbandono delle periferie. Esistenziali, prima che geografiche. Ed è il momento di invertire la tendenza. Il Covid ce lo sta mostrando con cruda spietatezza”.