Come può un centralino (MM) arginare una cascata?
Spoiler: non può. Ma MM non lo sa e continua lo stesso a obbligare la gente a chiamare questo monumento all’inefficienza invece di creare dei numeri diretti. Questa la lezione che abbiamo appreso quando l’altra notte una inquilina si è svegliata nel cuore della notte con un geyser in camera. E ha fatto l’improvvido errore di chiamare il summenzionato centralino. Ci racconta la vicenda notturna, che ha seguito in prima persona essendo lui il Delegato alla Casa del Municipio 7 il sempre presente consigliere Franco Vassallo:
“Questa vicenda sarebbe incredibile anche in un paese del terzo mondo, a Milano diventa scandalosa. Una inquilina viene svegliata di notte dall’acqua che scorre libera e felice nella sua camera. Chiama MM che la rimbalza ai Vigili del Fuoco. I Vigili del Fuoco la rimandano da MM, chiamando anche di persona per accertarsi che fosse ben seguita la vicenda. Il centralino finge di non aver mai detto di chiamare i Vigili del Fuoco. Sembra un film di Totò, ma è una brutta notte di fine Maggio nella Milano di Sala.
A quel punto, disperata, l’inquilina mi ha chiamato e io ho fatto quello che ho potuto. Finalmente è uscito il tecnico. Ci vorrà qualche altro giorno, però, perché le cose si normalizzino. Nel frattempo potremmo anche domandarci a cosa servano i soldi delle nostre tasse, perché è un grande mistero. L’introduzione di un centralino in MM è stata la classica miccia in un negozio di botti. Non è di per sé sbagliata, pericolosa o immorale, ma nel contesto è devastante. L’unico tipo di utilità che i cittadini riscontrano è il ritiro di un numero di pratica. Un numero che, in pratica, non serve assolutamente a nulla. Se non a constatare il livello di follia generale dell’ente che amministra il patrimonio casa del Comune.
E la cui principale virtù è scaricare su altri un problema. Mentre il principale difetto è sbagliare di frequente il soggetto di riferimento. Come in questa vicenda. Con il Corpo dei Vigili del Fuoco costretto a perdere quindici minuti e sentirsi pure preso in giro. Non dall’inquilina, che ha pure dei testimoni, ma da un sistema inteso come ripartizione di problemi, divenuto fabbrica di caos. È venuto il momento di porci la vera, grande domanda che la sinistra evita da anni: quando abbandoniamo l’idea di MM come amministratore di condominio e torniamo a casa, in Aler?”