La lettera del comitato Noi denunceremo. Dopo oltre un anno di pandemia la lettera del comitato Noi denunceremo ci sembra uno dei modi migliori per ricordare la Sars-Cov-2 e guardare al futuro:
LETTERA PER NOI.
10 giugno 2021
Ne stiamo uscendo. I tanti sacrifici e la campagna vaccinale stanno portandoci fuori dal tunnel. Ormai l’estate 2021 è alle porte e queste porte abbiamo una gran voglia di aprirle, di tornare a vivere, ad assaporare la vita, anzi a mordere la vita. Ma non possiamo dimenticare, anzi non dobbiamo dimenticare. Non possiamo farlo perché non ce lo permettono i rimpianti, i sensi di colpa, i rimorsi. Non dobbiamo farlo perché li tradiremmo un’altra volta, dopo che a tradirli ci ha già pensato qualcun altro. Era fine febbraio del 2020 e cominciavamo a morire come mosche. L’undici marzo se ne andava mio papà, solo, senza nessuno. È morto solo come sono morti soli in tanti, tantissimi in quel l’inizio di primavera del 2020. Il ventidue marzo nasciamo NOI, e siamo subito tanti, siamo subito uniti, siamo straniti per quello che ci è capitato e ci facciamo forza l’un l’altro. Dopo un periodo di smarrimento decidiamo che tutti devono sapere cosa è ccaduto e cosa sta ancora accadendo e iniziamo a raccontare le nostre storie alla Procura di Bergamo, così, semplicemente. Parte l’inchiesta e siamo travolti dall’attenzione dei media, soprattutto stranieri. Raccontiamo, raccontiamo, non smettiamo mai di raccontare il nostro dramma. Si avvicinano a noi grandi e belle persone, ma anche soggetti che ci hanno dato poco e tolto molto. Viviamo nel nostro dolore ma continuiamo a battagliare. Senza paura. Dopo l’estate NOI presentiamo in una conferenza stampa molto affollata un dossier dell’OMS pubblicato in internet per un giorno e poi subito ritirato. Lo facciamo diventare un caso nazionale. Portiamo anche alla ribalta delle cronache un generale dell’esercito in pensione che elabora report prospettici sulla pandemia. Noi non ci fermiamo ma anche il virus corre e ritorna a mordere. Il Natale 2020 non è un bel Natale. Il contagio ricomincia a toccare picchi preoccupanti e il peso delle perdite si fa sentire. Arriva gennaio e con gennaio NOI riceviamo una spallata pesante. La spallata arriva all’improvviso, inaspettata, è pesante ma non ci fa cadere, barcolliamo ma non cadiamo, anzi diventiamo più forti. Comprendiamo che dobbiamo aprire nuovi orizzonti, che dobbiamo aiutare con i fatti chi ha sofferto, che dobbiamo, con i fatti, agire perché tutto quello che è accaduto non accada più. Comprendiamo che il passato non va dimenticato ma che il futuro va costruito, in onore dei nostri cari che non ci sono più. Smettiamo di voler solo abbattere e pensiamo a come ricostruire, meglio di prima. Non ci
prestiamo a boom mediatici estemporanei, non rincorriamo freneticamente ció che è stato, alla ricerca dei segreti occulti di poteri forti o deviati, ma con metodo e costanza cerchiamo di comprendere, parliamo con coloro che possono farci capire, che possono dirci la verità. Vogliamo essere la goccia che scava la pietra, non la bomba che esplode. Vogliamo tanti obiettivi, non uno solo. Vogliamo costruire un nuovo cittadino, non dargli solo i colpevoli. Vogliamo, insomma, cambiare quello che non è andato e non va perché il passato non deve essere dimenticato ma il futuro va costruito. Perché NOI ci saremo dopo i processi, dopo le condanne, dopo i risarcimenti, perché NOI non siamo più disposti ad essere sudditi, perché NOI siamo cittadini, con i nostri doveri ma anche con tanti tanti diritti e siamo stufi di vederli sempre calpestati.
Grazie a tutti NOI.
Il presidente
Luca Fusco