Linate, Onlit: “Escluse le compagnie aeree dall’inaugurazione, Sea non inclusiva”. In una lettera inviata ieri dall’AOC (Airline Operators Committee) e dal Comitato Utenti di Linate al presidente di Sea si legge: “ Le rivolgiamo la presente per esprimerLe il nostro enorme disappunto relativamente alla manifestazione organizzata da SEA in data odierna per presentare all’Illustrissimo Sig. Presidente della Repubblica l‘apertura del nuovo corpo commerciale di Linate”. E ancora:” Disappunto nato dal fatto che i vettori, principali artefici e fruitori dell’espansione commerciale dell’aereoporto, nonché primi sviluppatori, attraverso i corrispettivi contributivi per il mantenimento delle strutture, siano stati coscientemente esclusi da SEA all’inaugurazione di questa importante e nuova struttura aeroportuale”. Va ricordato che per fare questi lavori il Forlanini è stato chiuso al traffico per 3 mesi e tutti i voli sono stati trasferiti a Malpensa con grandi disagi, costringendo i passeggeri a un più lungo tragitto e a tempi d’imbarco di oltre tre ore in partenza (contro una media europea di 2 ore). Le compagnie aeree dovettero traslocare a Malpensa. Non solo, ma anche i costi per recarsi all’aeroporto della brughiera sono stati maggiori. Gli stessi lavori di rifacimento pista e restyling del terminal partenze vennero realizzati 4 anni fa ad Orio al Serio, li però i tempi di chiusura (e i disagi) furono nettamente inferiori. Lo scalo restò chiuso 21 giorni contro i 90 giorni di Linate per un importo di spesa analogo. La decisione di escludere le compagnie aeree dall’inaugurazione assunta dal management, che rappresenta più gli interessi degli azionisti privati (F2i) di minoranza di Sea che quelli dell’azionista di controllo ovvero il Comune di Milano, è una scelta arrogante e per niente inclusiva. Tale esclusione è in contrasto con gli annunci fatti dal Sindaco di Milano Giuseppe Sala che ha parlato di coinvolgimento dei lavoratori e dell’adozione di obiettivi di sostenibilità e di azzeramento delle emissioni di anidride carbonica per il 2030. I lavori giungono in netto ritardo, visto che lo smistamento bagagli era ancora il superstite di quello rattoppato dopo il disastro aereo dell’ottobre 2011. La scelta di “lasciare a casa” le compagnie aeree è una nuova prova di forza di un management autoreferenziale, seduto su una rendita di posizione garantita dal monopolio aeroportuale. Nello scalo non è in attività nessun autobus elettrico e il restyling ha fatto perdere due dei cinque finger di Linate. Ne restano solo tre. Pochi per un city airport che si rispetti.