Sarà una calda estate. Matteo Salvini ha appena acceso i fornelli contro la magistratura con i referendum lanciati con i radicali. La vittima di un errore potrà chiedere un risarcimento ai giudici, per dirne una. Come reazione ci aspettiamo a breve tornate di arresti. Ma non è l’unico tema sul tavolo: a settembre si va a votare a Milano e dunque chiunque sia il candidato del centrodestra, dovrà farsi sentire anche durante i mesi più caldi. Per questo sarà una calda estate, perché la politica non andrà in vacanza e la politica non è mai stata così forte come oggi. Per assurdo, dopo trent’anni di guerra totale alla politica, la politica si è rigenerata con nuovi protagonisti, in grado di stare con le vecchie generazioni, ma anche con le nuove. Salvini passo dopo passo ha soppiantato Silvio Berlusconi come leader del centrodestra. Dunque la politica, che è quella che decide in nome del popolo, si è riattivata e ora vuole mettere mano alle regole della magistratura. Ma ancora non è riuscita a dare a Milano un candidato convincente. Anzi proprio non c’è. E questo è un grosso limite, perché Milano non è solo una capitale economica, è un brand internazionale. Un contrappeso positivo allo stereotipo degli italiani mafiosi e mangiatori di pizza che va comunque per la maggiore. Controllare Milano dunque è importante anche a livello nazionale e internazionale. Persino uno scarso come Sala grazie a Milano si è costruito una reputazione internazionale. Si spera solo che nella calura estiva Salvini e Meloni riescano a trovare un nome forte per non lasciare la città a quelli come Sala.