Consentire l’attuazione dei progetti di rigenerazione urbanistica e sociale già in atto, a partire da quello, molto articolato, che riguarda il quartiere Giambellino-Lorenteggio, e contestualmente provvedere alla collocazione dei nuclei familiari particolarmente fragili che hanno bisogno di sostegno.
Questo lo spirito del Protocollo operativo per l’individuazione di strutture alloggiative per famiglie in stato di necessità, con presenza di minori o persone con disabilità, occupanti di case popolari senza averne titolo e sottoposte a procedure di sgombero, predisposto dal Comune di Milano d’intesa con Aler Milano, Regione Lombardia e ministero dell’Interno, tramite la Prefettura, di cui la Giunta ha appena approvato in delibera le linee guida.
Sia il Comune sia Aler, quindi, dovranno individuare alcuni alloggi (10 per ogni ente proprietario), ciascuno idoneo alla coabitazione da parte di due famiglie e già parte del patrimonio destinato all’emergenza abitativa. Da parte dell’Amministrazione verrà data precedenza ad unità immobiliari di dimensioni e tipologia tali da poter costituire piccoli hub di comunità con servizi – igienici e cucina – in comune e stanze da letto riservate a ciascun nucleo, sul modello degli alloggi di viale Ortles.
Alla base del Protocollo, la richiesta al ministero dell’Interno di uno specifico sostegno finanziario adeguato a supportare il progetto, che è stato accordato nella misura di 980mila euro.
Oltre a scegliere gli alloggi per l’accoglienza temporanea (fino ad un periodo massimo di 5 anni) delle famiglie sgomberate, il Comune procederà anche all’individuazione, tramite avviso pubblico, di un soggetto del terzo settore che accompagni i nuclei familiari in questione verso il superamento della loro condizione iniziale attraverso una serie di iniziative di sostegno, valorizzazione di competenze e orientamento ad una rete sociale allargata. Un’attività socio-educativa, quindi, che affiancherà quella gestionale e manutentiva. Ciascuna famiglia sarà chiamata a contribuire alle spese di locazione, in base alle proprie effettive possibilità.
“Il protocollo seguito dalla Prefettura e le risorse ministeriali ci aiutano a procedere su una linea già sperimentata con successo in questi anni che ha visto la collaborazione tra Comune, Aler, Forze dell’Ordine e che ci ha permesso di accompagnare le situazioni di maggiore difficoltà sociale e di tutelarle – commenta l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti -. Un approccio diverso, che richiede la disponibilità al confronto preventivo, l’attenzione alle fragilità e la preparazione concordata delle vie di uscita, e che ci ha permesso di liberare case ed edifici senza esasperazioni e riducendo il potenziale conflitto”.
In via prioritaria, ma non esclusiva, i destinatari del progetto verranno identificati tra gli occupanti senza titolo degli alloggi di proprietà Aler nel quartiere Lorenteggio, oggetto degli interventi previsti nell’Accordo di programma stipulato tra Regione Lombardia, Comune e Aler Milano, ma, se necessario, potranno essere intercettate famiglie che abitano in altri quartieri popolari per i quali siano in programma interventi di ristrutturazione che prevedono la mobilità.
Dopo Lorenteggio 181 e Manzano 4, edifici per i quali il Comune ha già contribuito a ricollocare una decina di occupanti abusivi in stato di necessità (come stabilito nel Protocollo d’Intesa tra le parti e i sindacati inquilini del quartiere Lorenteggio sottoscritto in Prefettura nel 2016), devono ancora essere liberati i caseggiati delle vie Lorenteggio 179, Odazio 8, Giambellino 150 e Segneri 3.