Il candidato novax di Paragone: “Dichiariamo tutti che siamo vivi”

Il candidato novax di Paragone: “Dichiariamo tutti che siamo vivi”. L’abbiamo riassunta così, ma ci sembra talmente surreale la retorica del candidato Fabrizio Prati (va con Paragone) che ve la riproponiamo senza modifiche. Prima di essere sommersi da critiche: surreale perché nessuno ha impedito la vita, semmai i governi si sono impegnati per salvarne il più possibile. Dunque non vediamo nessun attacco alla vita. Ma riteniamo giusto pubblicare anche i pensieri che non condividiamo.
NON MUORI.
Non è vero che se non ti affidi al siero sicuramente muori, o fai morire.
E non muori neppure se lo fai.
Così come non muori se balli, nuoti o mangi.
Ma è certamente vero che puoi avere un infarto mentre balli, nuotando ti può venire un malore e puoi strozzarti con un boccone che ti va di traverso.
E, allo stesso modo, puoi morire per una malattia non curata bene (sebbene la cura ci sia) o rimanere vittima degli effetti collaterali di un nuovo farmaco.
Ma c’è una morte ancora più pericolosa, sebbene meno evidente, che dovrebbe interessarci almeno allo stesso modo.
Ed è quella dell’essere umano che perde l’orgoglio e si svende per un tozzo di pane, per un po’ di potere, per un vantaggio immediato.
È la morte di chi gioisce nel vedere qualcun altro privato di un diritto, di una speranza o della dignità.
È una morte che non colpisce il corpo, ma l’anima. Ed inizia con il cinismo, tipico di chi non prova più empatia.
Mentre la vita, quella vera, ce l’hanno insegnata coloro che oggi chiameremmo negazionisti, eretici e sovversivi. Coloro che stavano dalla parte dei più deboli, che insegnavano ad amare i lebbrosi, che non temevano la morte.
Coloro ai quali fingete di ispirarvi, che addirittura pregate o che usate strumentalmente per mantenere il vostro potere temporale.
Ebbene, è giusto che lo sappiate: non baratteremo mai la paura di morire con la privazione della vita. E non stiamo parlando della rinuncia ad una cena o ad un viaggio. No, se pensate questo ci state davvero sottovalutando.
La vita alla quale non vogliamo rinunciare è quella che voi non state vivendo già da tempo, poiché dai vostri sguardi freddi, dai vostri mezzi sorrisi sprezzanti, dalle vostre parole vuote di capisce che voi siete veramente morti dentro, e neppure ve ne siete accorti.
Il vostro è solo un maldestro tentativo di volerci lentamente trasformare, per rendere l’intera umanità triste come voi.
Ma la vita, si sa, è più forte della morte.
Lancio quindi un appello pubblico a tutti coloro che sono ancora Vivi, a prescindere dalle proprie convinzioni religiose, politiche, sanitarie e ideologiche. A partire da quelle persone coraggiose che stanno già creando gruppi, associazioni e movimenti.
Affinché vengano messe da parte le futili differenze sui dettagli e si cominci a far rinascere la Vita, tutti assieme.
Chiamiamo a raccolta i politici non corrotti, gli imprenditori coraggiosi, i medici onesti, gli avvocati e i magistrati dalla schiena ancora dritta. Tutti coloro che non si sono ancora fatti comprare, soggiogare e persuadere dal potere. O piegare dal ricatto e dalla paura.
Saremo forse cento, centomila o dieci milioni.
Chi lo sa. L’unica cosa certa è che questo è il momento per dimostrare di essere ancora Vivi e per dichiaralo pubblicamente: IO SONO VIVO.
Questo è solo il primo passo, di un lungo percorso, che potremo fare tutti assieme.
E che probabilmente rappresenterà il momento più alto e luminoso della nostra intera esistenza.