Non sarà MM a costruire, in cordata con altri, il padiglione Italia a Dubai per l’expo del prossimo anno. Il Consiglio di Stato ha bocciato il ricorso contro la decisione di Invitalia, gestita da Arcuri, di escludere la cordata di imprese in cui si trovava anche MM per il conflitto di interessi di un suo ingegnere che aveva rapporti commerciali con un membro della commissione aggiudicatrice. Tutto questo in che modo impatta sulla città e la nostra vita? Ce lo spiega il candidato in Comune e in Municipio 7 con Milano Popolare Franco Vassallo:
“Un tempo, le partecipate erano il fiore all’occhiello di Milano. Parliamo della Milano di Albertini, la Grande Milano, e prima ancora, nonostante gli scandali, anche nella Prima Repubblica. Erano un vanto in Italia: efficienti, con personale motivato e orgoglioso del ruolo e della funzione svolta. Insomma, un’eccellenza in cui c’era la consapevolezza del ruolo svolto e la costante concorrenza col privato per fare meglio, sempre al servizio dei cittadini. Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito a un deterioramento di tutto questo. Ed MM ne è stata la vittima più eccellente.
Come mai non ci si è accorti di quell’ingranaggio inceppato? È umano, quando tutta la città, in pratica, gravita sulle tue spalle. MM, ricordiamolo, sta per Metropolitane Milanesi. Ma non si riferisce al traffico veicolare, solo alla costruzione e manutenzione della rete. MM ha costruito, letteralmente, il reticolo di gallerie in cui viaggia la metropolitana. Poi si è deciso, e secondo me non è stato il massimo, di accorpare il servizio idrico. In ogni caso, le due attività erano affini, per servizio idrico anche qui si intende la parte dell’acquedotto: tubi, per capirci. Da lì in poi, però, è passato il principio che se scaviamo bene, tutto il resto ci verrà benissimo.
Ed MM è diventata anche gestore delle case popolari e dall’anno prossimo ristrutturerà scuole e raccoglierà le foglie. Ormai manca solo che si metta a vendere calzini alle fermate della metro e poi le ha fatte tutte. In questo clima si è deciso che costruire uno stand a Dubai era una buona idea. E nel marasma nessuno ha controllato, o poteva controllare, tutti i conflitti di interesse. Non è una storia nuova, purtroppo, nel mondo degli appalti Milanesi. Di sicuro la figuraccia che ne risulta è epocale e stimola una riflessione: non è il caso di ritornare a semplificare?
Nel mio programma c’è un rilancio dell’esperienza e delle competenze delle partecipate. E questo rilancio parte proprio dal dire che ognuno dovrebbe fare quello che sa fare. MM non sa nulla dello sfalcio dell’erba. Ed è inutile promettere assunzioni a destra e a manca. MM deve tornare a concentrarsi sugli scavi e sulla manutenzione dei medesimi che sa fare davvero bene. Il resto lasciamolo a chi sa farlo di mestiere, vale per la ristrutturazione delle scuole, vale per l’Expo di Dubai”.