Lamorgese incontra i sindacati di Polizia. Giovedì 21 ottobre si è svolto l’agognato incontro con il Ministro dell’interno Luciana Lamorgese e le Organizzazioni Sindacali della Polizia di Stato. Un confronto richiesto da tempo e giunto tardivamente, poiché nel tempo sono molte le necessità che riguardavano la sicurezza del Paese e le donne e gli uomini della Polizia di Stato, che fino ad oggi erano orfani di un raffronto politico. Un confronto necessario e imprescindibilmente legato ad un eventuale intervento normativo.
“Stiamo affrontando un momento molto difficile per la sicurezza ed è necessario che gli uomini del comparto siano messi nelle condizioni di poter svolgere al meglio la loro funzione.” Afferma il Segretario Generale del SAP, Stefano Paoloni e continua “Riguardo al green pass non è stata accolta la richiesta di poter effettuare i test presso in nostri uffici sanitari onde evitare di essere impossibilitati di farlo presso farmacia e/o strutture attrezzate. Il tutto per evitare di essere impediti a prendere servizio. L’unica apertura è stata rivolta alla possibilità di realizzare convenzioni per agevolare il personale.”
Al Ministro è stata posta, anche, la questione sulle continue manifestazioni nelle piazze, che stanno creando numerose difficoltà e ci costringono a gestire il dissenso che la politica non ha avuto la capacità di affrontare. Molto delicati sono gli eventi che ci aspettano nei prossimi giorni e riguardo ai quali sarà necessaria la massima attenzione. Per quanto concerne le dotazioni agli agenti è stato rappresentato che a breve dovrebbero essere consegnati i primi Taser. A tal proposito la Lamorgese ha accolto la richiesta di introdurre, nel più breve tempo possibile, le Body Cam al fine di dare massima trasparenza agli interventi di polizia ed evitare sterili strumentalizzazioni.
Ha inoltre manifestato l’impegno, congiuntamente con gli altri ministri del comparto, di voler reperire le indispensabili risorse nella legge di Bilancio per realizzare il “pacchetto specificità”. Il tutto per valorizzare le peculiarità della nostra professione e di prevedere un’adeguata tutela legale per fatti di servizio. L’obiettivo è quello di trovare una soluzione per interventi previdenziali che siano idonei, a compensare in parte, la mancata attivazione per gli uomini del comparto della previdenza complementare, in ritardo di ben 26 anni.
E’ indispensabile che gli impegni assunti trovino presto riscontro e che il confronto possa proseguire in modo costruttivo, poiché sono numerose le risposte di cui si ha bisogno e che ad oggi risultano non soddisfacenti.