La diocesi di Bergamo dimentica le suore?

La diocesi di Bergamo dimentica le suore? Perché negli ultimi giorni l’Eco di Bergamo ha dato la notizia di una meritoria azione della curia locale: una massiccia campagna di screening alla prostata per i sacerdoti del territorio. Il tumore alla prostata è infatti una piaga moderna che colpisce quasi 40mila italiani all’anno. Come racconta l’Eco “Lilt Bergamo, Politerapica e Fincopp Lombardia si sono subito attivate insieme Don Michelangelo Finazzi, direttore della Pastorale della Salute della Diocesi. Attraverso le Fraternità Presbiterali, l’iniziativa è stata proposta a tutti i preti, ognuno dei quali è stato invitato a dare la propria adesione attraverso l’invio di un modulo”. Ma dopo i dovuti complimenti per chi si cura di chi si cura della comunità, sorge un dubbio: la diocesi di Bergamo dimentica le suore? Perché di quella che pare una certa attenzione ai suoi ministri uomini abbiamo già parlato e ci torneremo domani, ma davvero gli orobici vogliono sottovalutare la salute delle religiose? Proprio mentre il Papa le ha appena invitate a non fare le “zitellone” si vogliono mandare sul campo senza uno screening sul seno? Perché il pap test ormai è una normalità, come purtroppo i problemi di salute al seno delle donne. E per quanto suore, pure quelle bergamasche lo hanno. Allora perché non curarsene? E’ vero che il tumore al seno non è legato in nessun modo all’attività sessuale, mentre la fondazione Veronesi specifica che il tumore alla prostata potrebbe essere favorito da un alto numero di partners ma in teoria nemmeno i preti dovrebbero avere attività sessuali. Dunque a parità di incidenza delle malattie Lilt e diocesi forse dovrebbero ricordarsi delle tante donne che sorreggono la Chiesa di Cristo in terra. Le associazioni che già se ne occupano saranno sicuramente felici di occuparsene e, ne siamo sicuri, pure il vescovo di Bergamo.