Le sanzioni contro l’ex comandante Barbato erano illegittime. La notizia l’ha dato lo stesso comitato che si batte a favore di Antonio Barbato con un comunicato stampa in cui si rende noto che le sanzioni comminate dal Comune di Milano sono state reputate illegittime dal tribunale del lavoro. Ecco il comunicato:
ANTONIO BARBATO VINCE IL RICORSO CONTRO IL COMUNE DI MILANO. I PROCEDIMENTI DISCIPLINARI CONTRO L’EX COMANDANTE DELLA POLIZIA LOCALE DI MILANO ERANO ILLEGITTIMI… LE MOTIVAZIONI ENTRO 60 GIORNI.
Lo ha sentenziato il Tribunale del Lavoro di Milano (Giudice Riccardo Atanasio) il 27 ottobre 2021, come da sentenza allegata.
Si tratta del primo caso in Italia di un dipendente di un comune (in questo caso Milano) in aspettativa non retribuita presso altro datore di lavoro (in questo caso AMAT), titolare di un contratto di diritto privato (in questo caso Barbato era stato assunto come dirigente del commercio e non come dipendente pubblico), che viene sanzionato dall’ente per il quale risulta essere in aspettativa (il Comune di Milano appunto). Barbato come Arlecchino servo di due padroni…
Dopo avere subito tali addebiti, Barbato ha proposto ricorso al Tribunale del Lavoro che lo ha accolto, definendo illegittime le sanzioni, condannando il comune anche al pagamento delle spese.
Due gli addebiti contestati a Barbato, il primo (multa di 500 euro) irrogato il 20 maggio 2019, sulla base di dichiarazioni diffuse da Barbato sui social, che facevano riferimento: alle modalità con le quali erano scaturite le proprie dimissioni; all’assunzione diretta, senza ricognizione interna e senza selezione pubblica, dell’attuale Comandante della Polizia Locale di Milano Marco Ciacci; all’intervento dello stesso Ciacci nell’incidente occorso ad Alice Nobili, figlia di due noti magistrati; l’invio di numerosi agenti della polizia locale presso l’abitazione del Direttore Generale del Comune di Milano, a seguito di un furto presso il proprio appartamento; infine, l’adozione del badge per la rilevazione delle presenze degli operatori della polizia locale di Milano.
Il secondo, irrogato 4 dicembre 2019 (3 giorni di sospensione dal lavoro) a seguito di dichiarazioni rilasciate da Barbato al quotidiano “Il Corriere della Sera”, nelle quali Barbato metteva in relazione gli eventi che lo avevano riguardato e gli esiti dell’indagine denominata “Ghisa Scura”, nella quale era stato coinvolto il sindacalista Mauro Cobelli, la stessa persona per la quale Barbato era stato costretto a dimettersi “per avere osato pensare di farlo seguire da un’agenzia investigativa” (cosa che Barbato non aveva mai messo in pratica), visto che, a distanza di tempo, era venuta a galla la vera natura delle azioni poste in essere da Barbato nei confronti di Cobelli. Rammentiamo che per quella vicenda Barbato fu sottoposto a una vergognosa gogna mediatica (186 articoli e servizi giornalistici in pochi giorni) che, anche per quel motivo, gli costarono il ruolo di Comandante.
A tale proposito, si fa notare che, attualmente Barbato, rientrato in comune, è stato assegnato al settore politiche sociali, mentre tutti gli imputati di “Ghisa Scura”, Mauro Cobelli compreso, sono rimasti alle dipendenze della Polizia Locale di Milano, pertanto, al proprio posto!
Milano, 2 novembre 2021
Per il Comitato Verità e Giustizia per Antonio Barbato
Piergiuseppe Bettenzoli