Le terapie intensive lombarde di nuovo piene ma non in tilt. Perché saranno stati i no vax, “lo hacker”, i puffi, ma l’ennesima impennata di contagi porta una diminuzione dei posti disponibili. Questa volta però non è il 2020: il sistema è pronto e preparato a rispondere. Visto il passato, prima che la situazione diventi drammatica gli ospedali hanno iniziato a riaprire cautelativamente nuovi letti per chi si contagia con il Covid in forma pesante. Per ora è solo un primo passo: ai ritmi attuali di ricovero infatti non ci sono posti nemmeno per questa settimana. Dunque, meglio prepararsi. Ci sono dunque almeno due buone notizie: la prima è che qualcosina si è imparato dalla crisi del 2020, la seconda è che per una volta non si rincorre soltanto la crisi. Ora bisogna vedere quanto durerà questo approccio e questa situazione. Perché se è vero che per ora il sistema sembra pronto, è altrettanto vero che non siamo ancora al liberi tutti per i regali di Natale. E il commercio potrebbe subire l’ennesimo colpo durissimo al bilancio annuale se si va in lockdown natalizio. Non che sia per forza un male che milioni di prodotti inutili non vengano comprati e regalati per trasformarsi in spazzatura prima della fine dell’anno, ma le persone di qualcosa devono vivere. E i soldi dei sussidi non sono infiniti. Dunque se il sistema sanitario ora ha un piano, quello politico economico come è messo? Perché il PNRR non può rappresentare l’unica idea economica e sociale visto che ormai i due piani si sono fusi in una perversa evoluzione storica. Forse andrà esattamente come con il Covid: prima ci sarà una strage totale delle piccole e medie aziende, poi ci sarà un piano per salvare le piccole e medie aziende. Saremo sani, ma estremamente poveri. Di una povertà che hanno conosciuto solo alcuni sopravvissuti del primo Novecento. E chissà come reagirà un mondo abituato a pensare la povertà come assenza di iPhone. Intanto l’unica consolazione è che le terapie intensive lombarde di nuovo piene ma non in tilt.