252 milioni. No, cento milioni. No, un miliardo e duecento milioni. Si è aperto il bazar delle elargizioni pubbliche per le periferie e a dominare è il caos sui numeri.
“E’ di oltre 252 milioni di euro la cifra disponibile per il territorio della Lombardia prevista dal Programma nazionale ‘Sicuro, verde e sociale’.
È utilizzabile per interventi edilizi sulla casa ed edifici residenziali pubblici, e finanziata con le risorse del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Riporta l’Ansa.
“Piano Casa, in arrivo 1 miliardo e 200 milioni. E’ la cifra stanziata dal Governo in 3 anni per le nuove abitazioni sociali. Circa sessantamila gli alloggi a Milano, con gravi problemi di manutenzione.” Titola Tg Regionale Lombardo.
In questo tripudio di cifre la cosa davvero importante è la qualità di vita di inquilini e residenti. Tutti ignorano questo dato. Non importa nulla a nessuno la città smart e a 15 minuti se sei chiuso in casa perché l’ascensore non va o hai paura di uscire perché rischiano di rubarti la casa. Ci fa una panoramica del problema Franco Vassallo, che sta fondando un’associazione legata a questi temi:
“I soldi per le periferie e gli immobili ERP sono sicuramente benvenuti, ma bisogna uscire dal circolo vizioso di questi anni. Primo tema: gli interventi sono perfettamente inutili fino a quando non si userà il pugno di ferro sulle occupazioni abusive. Da sette anni, con la politica degli sgomberi mirati, di fatto ad Aler non viene più consentito di liberare i propri appartamenti perché il Comune fa muro. Non approva gli sgomberi perché non riesce a ristrutturare le sue case da usare come soluzione ponte. Ecco, questi soldi toglierebbero ogni scusa. Se il vero motivo fosse solo economico. Ma sussiste il fondato sospetto che il Comune non voglia assumersi le proprie responsabilità in tema di alloggi ponte.
È emblematico il caso di via Quarti, dove non si riesce a sgomberare la crescente invasione da parte di soggetti che molti identificano come Rom perché non si saprebbe dove altro metterli, di fatto creando un ghetto senza soluzione da dove gli Italiani fuggono quando non li cacciano i nuovi occupanti. Capite che in questa situazione di avere delle case energeticamente efficienti non interessa nulla a nessuno? Ecco, è questo il punto.
Problema diverso, ma di analoga genesi, quello delle manutenzioni. MM ha praticamente già chiuso i battenti, non svolgono più gli interventi rimandabili e ci sono condizioni di vita insopportabili. In via Rizzoli stanno convivendo da un anno con la puzza di fogna generata dal blocco degli aspiratori sul tetto. Un anno. Vivendo con bagni in cui si può entrare solo con la maschera antigas a momenti. Ma cosa volete che gliene importi delle classe energetica in queste condizioni?
Ecco, questo è il problema di Milano: le soluzioni non sono mai pensate per aiutare i poveri, ma solo per far contenti i radical chic che nelle periferie ci vanno per fare i safari. E vedere da lontano questi curiosi casi di umanità chiamati “poveri”.
Speriamo che stavolta i soldi vengano invece spesi per aumentare la qualità della vita. E su questo mi impegno a vigilare di persona”.