“Spiace constatare che, per l’ennesima volta, la sinistra riduca il tema della parità tra i sessi a una sterile questione linguistica. Cambiare la targhetta assessore/assessore con foto da esibire banalizzare una discussione e ridicolizzare molte istanze delle donne. La sinistra promuove il linguaggio fluido o neutro, politicamente corretto, concentrandosi sugli asterischi o usando la lingua schwa come fa la scrittrice Murgia. O, come qui a Milano, portando avanti il lessico paritario con i termini consigliere/consigliera, presidente/presidenta. La Boldrini recentemente è arrivato a dire che bisogna alcuni proverbi antichi in quanto sessisti“. Lo scrive in una nota Silvia Sardone, Consigliere Comunale della Lega, in merito all’annuncio dell’Assessore Gaia Romani di avere fatto sostituire la targhetta sulla porta del suo ufficio con una riportante la dicitura “assessora”.
“Mi piacerebbe poter di divario salariale tenendo conto che lo scarto nello stesso netto parlare a cinque anni dal conseguimento della Laurea Magistrale è di oltre 500 euro tra uomini e donne
Inoltre appena il 18% delle posizioni regolate da un contratto da dirigente è occupato da donne , una percentuale che negli ultimi 10 anni è cresciuto di appena dello 0,3% – continua la Sarone – Allo stesso tempo sarebbe importante discutere del tema della violenza sulle donne che osano ribellarsi alla sottomissione del velo islamico. Insomma il Comune di Milano sia in prima linea con azioni concrete e non con azioni ideologiche che fanno solo sorridere! Piuttosto che cambiare targhette, moduli o documenti si impegni a modo servizi a tutti i cittadini, in concreta” conclude la leghista.