Quali sono le “azioni compensative e di sostegno”, in merito ai rincari energetici, che Regione Lombardia intende attuare “per evitare ulteriori chiusure e sostenere in maniera concreta il comparto culturale e sportivo, con interventi immediati ma anche di prospettiva”. La richiesta è contenuta in una interrogazione del Partito Democratico (prima firmataria la Consigliera Paola Bocci), alla quale hanno risposto, nel corso della seduta odierna della Commissione Cultura, presieduta dal Presidente Curzio Trezzani (Lega), l’assessore alla Cultura Stefano Bruno Galli e il Sottosegretario con delega allo Sport Antonio Rossi. Galli ha ricordato di aver lanciato già da tempo il “grido d’allarme rispetto al caro bollette per il comparto museale, i luoghi di cultura, i cinema e i teatri, già pesantemente toccati dalle chiusure imposte dall’emergenza sanitaria”. Secondo l’assessore, i rincari energetici “uniti all’inflazione, rischiano di mettere in ginocchio l’intero sistema. Per questo – ha annunciato – sto incontrando i vertici delle società di fornitura energetica per chiedere se possono praticare per il sistema culturale lombardo delle forme di agevolazione dal punto di vista tariffario. E’ un tema, ha assicurato l’esponente della Giunta Fontana, “sul quale siamo sensibili e attenti, sulla base dei riscontri di questo percorso di negoziazione, vedremo poi come intervenire a livello di Giunta”. Anche Rossi ha ricordato che Regione Lombardia, “non potendo intervenire direttamente” ha sollecitato l’Europa e il Governo, interagendo con il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti e il Sottosegretario di Stato Valentina Vezzali, ad intraprendere “azioni forti e decise per contrastare l’emergenza dei rincari energetici, che si è acutizzata in quest’ultimo periodo anche in conseguenza dei gravi avvenimenti internazionali”. Rossi cita a titolo esemplificativo i costi energetici di un impianto natatorio coperto standard di medie dimensioni (vasca m.25 x16.50 + vasca didattica oltre a spazi accessori comprendenti spogliatoi, ingresso bar e uffici). “Confrontando i costi dei consumi elettrici e di gas metano nell’arco dell’ultimo biennio – ha fatto sapere – gli stessi risultano raddoppiati, passando da un costo medio di 140mila euro a oltre 300mila euro”. Prendendo in considerazione solo gli impianti natatori coperti, che in Lombardia sono circa 400 fra pubblici e privati, tra monovalenti e polivalenti, “considerando un rincaro medio di 150mila euro, servirebbero circa 60 milioni per coprire l’intero rincaro energetico”. Il Sottosegretario ha anche ricordato che la Palazzo Lombardia ha agito in sede di Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, “contribuendo a far approvare un ordine del giorno in materia di sport rivolto al Governo”, così cose in fase di assestamento di Bilancio “ragionerà su tre linee di intervento: incremento delle risorse a disposizione degli strumenti ordinari di sostegno (bandi e contributi), maggiore finalizzazione delle iniziative contro i rincari energetici, previsione di linee di finanziamento ad hoc per l’efficientamento energetico dell’impiantistica sportiva e l’abbattimento dei costi, anche tramite accordi tra i concessionari e i fornitori di energia”. Da ultimo, Rossi ha ricordato la legge regionale sulle comunità energetiche, la cui attuazione può rientrare negli strumenti di contrasto al rincaro delle bollette. “Positivo il fatto che Regione Lombardia faccia pressione sul Governo, così come l’apertura in vista dell’assestamento di bilancio, ma, in particolare sugli impianti natatori, se Regione e il suo assessorato al bilancio non si mettono una mano sulla coscienza, da qui a luglio dovremo contare le piscine lombarde che chiudono”, ha replicato il Capogruppo PD Fabio Pizzul. So che c’è l’impegno, ma, ha aggiunto, “mi permetto di sottolineare che il fattore tempo non è una variabile trascurabile. Pensare che da qui a luglio non si muova foglia rispetto ai possibili interventi regionali, non è una bella notizia per il mondo degli impianti sportivi. Spero che da parte della Giunta ci sia un ripensamento”. Sulla stessa linea la Consigliera Bocci, che fatto presente come “altre Regioni hanno già fatto bandi in materia” e ha sottolineato la particolare criticità dei cinema “che stanno facendo davvero molta fatica a riportare gli spettatori in sala. Si potrebbe pensare anche – ha proposto – a una campagna di sensibilizzazione della Regione per promuovere il ritorno del pubblico al cinema. Il teatro – ha fatto presente – non ha un’alternativa, mentre le sale cinematografiche hanno soffrono la forte concorrenza delle piattaforme di streaming, che mettono in onda anche film recentissimi, perché in Italia non esiste una legislazione, a differenza di altri Paesi, non prevede dei tempi minimi prima che una pellicola possa essere trasmessa sulle pay tv”.