Sul marciapiede di via Giambellino c’è una lunga striscia di sangue. E’ quanto resta di Mohammed Morchidi, sessantanovenne nato in Marocco ma con cittadinanza italiana. Era seduto insieme a un amico sui gradini all’esterno del bar tabacchi, che fa anche da edicola e cartoleria in una zona popolare alla periferia Ovest di Milano in quella che sembrava una normale domenica pomeriggio. Stavano chiacchierando quando è arrivato il figlio Zakaria di 34 anni. di nazionalità marocchina in cura al Cps, ovvero al servizio psichiatrico di diagnosi e cura. Ne è nata una discussione. C’è chi ha riferito che il trentenne abbia chiesto dei soldi, che però il padre non gli ha dato. Certo è che armato di un coltello da cucina con una lama di 20 cm, lo ha aggredito e ucciso con violenza.
I soccorritori, chiamati dai passanti, hanno tentato di rianimarlo e lo hanno portato all’ospedale San Paolo, dove i medici hanno però solo potuto constatare il decesso.
E’ stato colpito da cinque o sei le coltellate, una, l’ultima che ha causato la ferita mortale al cuore. La scena è stata in gran parte ripresa dalle telecamere di sicurezza all’esterno del locale che si trova all’angolo con via Odazio. Il figlio che arriva, si avventa sul genitore e lo colpisce. L’uomo che inciampa mentre tenta di difendersi e cade a terra. Ed è lì, a terra che è arrivato il colpo finale, dove ora è rimasto la lunga macchia di sangue, proprio davanti al distributore automatico di sigarette. Sul posto è arrivata la polizia che ha fermato il 34enne mentre si stava allontanando a piedi. Era calmo all’apparenza. “Il coltello è là” ha indicato agli agenti. La volante che lo ha portava via, si è dovuta fare largo fra la gente arrabbiata.
E’ stato portato in questura per essere interrogato, mentre nell’incrocio dove è avvenuto l’omicidio, tutto intorno all’area transennata dalla polizia, hanno iniziato ad arrivare persone. La moglie, che piangeva affranta, è stata fatta sedere su una sedia di plastica arancione proprio fuori dal locale, mentre delle conoscenti tentavano di consolarla. La polizia, coordinata nelle indagini dal sostituto procuratore Roberto Fontana, ha raccolto le testimonianze delle persone presenti. Pare che la discussione fra padre e figlio fosse iniziata al mattino. Zakaria è stato arrestato in flagranza dai poliziotti delle volanti della Questura, in un’intervento coadiuvato dalla Squadra Mobile e portato a San Vittore in attesa di convalida.