Mentre la città cade sempre di più in una spirale di violenza e uscire la sera sta diventando un terno al lotto, il PD lunedì 14 marzo ha un’idea del tutto geniale: perché non legalizziamo le droghe leggere? L’idea è che così lo Stato potrebbe fare concorrenza alle mafie (e perdere). Che competenze ha il Comune in tema di liberalizzazione delle droghe leggere? Ovviamente nessuna. Ma siccome era una serata show per distrarre dai problemi reali della città, andava trovata una vittima su cui rilasciare l’odio politicamente corretto.
Il premio lo ha vinto la consigliera Deborah Giovanati, Lega, rea di aver duetto due cose di buonsenso:
“In un brevissimo intervento” dichiara la Consigliera “ho chiesto che sulle droghe si facesse quello che si fa per qualsiasi cosa in questo Consiglio Comunale: sentire degli esperti. Sentiamo esperti per qualsiasi cosa: chiudere buche e aprire asili, costruire case e abbattere edifici abbandonati, spendere soldi e incassare nuove tasse. Perché sulla droga no? Ho forse toccato un nervo scoperto, chiedendo che a parlare sia la scienza? Il PD ha il terrore di sentire degli esperti che dicano una verità tutto sommato banale: aumentare la circolazione della droga e abbassarne il rischio percepito significa esporre sempre più giovani al suo uso. Fine. E se lo stato intende fare concorrenza a Cosa Nostra nella vendita di sostanze stupefacenti, almeno fossero chiare le conseguenze cui si va incontro.
Ma quello che ha suscitato più clamore è stato un altro punto. Uno che dovrebbe essere talmente pacifico e privo di controversia da farmi domandare cosa ci sia di strano. Ho chiesto ai presenti, ai consiglieri della capitale morale d’Italia, il test del capello. Per candidarci dobbiamo pubblicare il nostro casellario giudiziale, altrimenti detto fedina penale. Dobbiamo mostrare un curriculum. E ogni anno le nostre dichiarazioni dei redditi vengono esposte al pubblico ludibrio.
Non è una curiosità morbosa, è la garanzia per chi viene amministrato che chi lo amministra sia lucido. A questa semplice, banale se volete, richiesta si è scatenato il finimondo. Il consigliere Nahum ha addirittura “minacciato” di fumarsi una canna davanti a Palazzo Marino. Vista la veemenza ingiustificata forse non è un’idea così sbagliata. In ogni caso restano tre dati dalla sera di lunedì: il PD pensa che nelle droghe leggere non risieda alcun pericolo, il PD pensa che sia corretto che lo stato faccia concorrenza alla mafia e l’idea di controllare la lucidità dei consiglieri comunali viene ritenuta pericolosa. A me questi tre elementi suggeriscono un filo conduttore. Ma sbaglierò sicuramente. Almeno, me lo auguro per Milano”.