Risparmio energetico: utili alla rovescia per la transizione energetica. Meno si consuma meno pagano gli utenti pur restando elevati i misteriosi oneri di sistema, i dispacciamenti e le tasse, che compongono le bollette energetiche, fin qui ci siamo. Più utili invece solo se più si è efficienti per le imprese solo se si disperde meno energia e se si investe di più si investe in tecnologie, digitalizzazione, rinnovabili e in manutenzione. Insomma un meccanismo che combatte le rendite di posizione. Insomma meno si disperde energia e meno si vende energia con il fossile gli utili saranno garantiti rispettando questi parametri. Per questo servirebbe una idonea regolazione pubblica. Un price cup. Non è questo il momento più adatto per scelte radicali? Il solo tetto ai prezzi del gas o della benzina non può bastare per affrontare non solo la crisi attuale ma anche quella climatica. Il tetto ai prezzi generalizzato per un mese in Italia e a fine d’anno per altri Paesi europei non sarebbe sufficiente per entrare nella transizione ecologica. Prescindere dall’efficienza della catena energetica (stoccaggio, produzione, trasmissione e distribuzione) non può essere una prospettiva per il futuro. Terna – la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale stima un beneficio ambientale, quantificabile nella riduzione di circa 200 mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica in atmosfera con l’ora legale. Perché non introdurla anche nella stagione invernale? Il cambio d’ora legale genera un risparmio energetico dello 0,2%, per una media di circa 100 milioni di euro ogni anno raddoppiarlo sarebbe già un buon risultato. Già Benjamin Franklin nel 1784 aveva proposto di «anticipare» la sveglia per tutti, per non sprecare la luce del sole risparmiando sulle candele di notte. In Italia l’ora legale fu adottata durante le due guerre mondiali.