Finalmente Viola. Perché le istituzioni giudiziarie ci hanno impiegato parecchio a decidere chi dovesse prendere in mano le macerie della Procura di Milano. Per mesi e mesi, la città economicamente più importante d’Italia aveva una pezza invece che un procuratore capo: tutto regolare per carità, ma non positivo comunque. Soprattutto perché a Viola spetta ora un compito immane: i mandati deli ultimi due predecessori hanno lasciato deserto e macerie di quella che era una delle più stimate procure d’Europa. Fascicoli dimenticati nei cassetti che salvano sindaci, appalti sui monitor messi nel mirino, denunce reciproche tra procuratore capo e sottoposti con i nomi di vertice dell’apparato giudiziario milanese che finiscono indagati per reati gravissimi per un magistrato. Insomma, un universo di distanza dalla mitologica procura di Mani Pulite, l’ente bastonatrice di una politica corrotta. E se non bastasse, Viola si troverà con nuove leve, perché una buona parte dei pm dai cv migliori se ne va verso le procure europee. Un problema, ma anche un’opportunità, come quando gli Intoccabili dovettero contare sulle forze fresche per fermare Al Capone perché ormai la polizia era compromessa. Se il nuovo capo avrà la forza, la capacità e la fortuna di avere nuove leve di qualità, potrebbe riuscire a ricostruire qualcosa sulle macerie lasciate dai Bruti Liberati e Greco. Perché oggi come oggi sa Dio quanto servirebbe a Milano, dove ormai si è andati ben oltre la soglia di tolleranza su parecchi aspetti della vita della comunità. Serve qualcuno che indichi che l’aria è cambiata e certe porcate amministrative viste da Expo 2015 in poi devono finire, perché se non si tira il freno a mano ora sulla normalizzazione dell’illegalità Milano rischia di diventare una città qualunque del centro sud. Ma sarebbe un gran peccato perché fino ad ora la cultura del farsi il mazzo, dell’essere liberi per la correttezza sottesa a qualunque azione compreso attraversare sulle strisce, è ciò che ha salvato Milano da essere una città in mano più alla malavita che allo Stato. Speriamo dunque che il nuovo capo procuratore sia la persona giusta per salvarci da questa pericolosissima china su cui ci hanno portato gli ultimi amministratori. E così potremmo affermare: finalmente Viola.