Il primo a segnalare l’accaduto è stato il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale Alessandro De Chirico, “Gli inutili idioti dei collettivi studenteschi hanno voluto commemorare il cinquantenario dell’omicidio Calabresi a modo loro: da vigliacchi ignoranti… scrivendo sui muri dell’Istituto Tecnico Ettore Conti il motto: tutti i fascisti come Ramelli con una chiave inglese fra i capelli“. “Un’azione attuata con il favore del buio – ha sottolineato il forzista – dimostrando di non avere la più pallida idea di cosa sia la militanza politica, un’attività che quelli che hanno qualche cosa da dire svolgono alla luce del sole”, per poi emettere un pesante giudizio su quelli che ha definito “leoni da tastiera di giorno” che scrivono “sui muri di notte senza nemmeno firmarsi”, perché “a essere vermi non ci vuole certo coraggio“. A preoccupare – ha concluso De Chirico – è il timore che sui muri delle scuole fiorisca quello che vi si insegna all’interno e se falliamo nell’educare le nuove generazioni con esse fallirà anche la nostra società”, per poi annunciare che scriverà “al dirigente dell’istututo per proporgli di organizzare un dibattito sugli anni di piombo” invitandolo ad “attivarsi subito per fare ripulire quelle schifose scritte di odio dai muri della scuola”.
Poco dopo è stato l’Onorevole Marco Osnato di Fratelli d’Italia ha mettere il carico sul giudizio nei confronti degli autori delle scritte, definiti “deficienti”, che hanno dimostrato “ancora una volta come sia difficile a Milano trovare una memoria condivisa sugli anni di piombo, anni che una sinistra nostalgica fatica a giudicare con onesta’ e distacco, forse perche’ gli epigoni di quella sinistra sarebbe costretti a giudicare loro stessi”. Osnato ha poi ricordato che “Aprile e maggio, a Milano e in Italia, sono mesi in cui si rincorrono anniversari di alcuni dei peggiori omicidi politici della nostra travagliata storia: Ramelli, Pedenovi, Calabresi, Moro con la sua scorta, tutte tragedie sulle quali non tutti hanno fatto completamente i conti”, augurandosi che “il sindaco Giuseppe Sala in primis, ma anche le autorita’ scolastiche del liceo Ettore Conti prendano nettamente le distanze da quegli insulti” e, concludendo, con l’auspicare che “le ‘vestali’ dell’ortodossia militante della sinistra milanese smettano di strumentalizzare l’anniversario della morte di Sergio Ramelli per meschini interessi di piccola bottega e comincino a considerare, come e’ giusto, Ramelli una vittima innocente martire di questa citta”.
Anche l’Assessore Regionale alla Sicurezza, Riccardo De Corato è intervenuto sul fatto, senza risparmiare giudizi poco edificanti sugli imbrattatori ricordando che “Proprio poche settimane fa abbiamo commemorato Sergio Ramelli, barbaramente ucciso a 18 anni da dei militanti di dell’estrema sinistra extraparlamentare legati ad Avanguardia operaia”. “Evidentemente a Milano c’è ancora nostalgica gentea delle Hazet 36″ ha quindi rilevato De Corato. “Non mi stupirei se dal centrosinistra non arrivassero parole di condanna per queste vili offese” continua amareggiato De Corato, invitando infine la Questura “ad indagare sugli individui autori di queste scritte”. Il San Siro ormai è enclave di gente che vuole, come fa tutto a tutto quartiere i numerosi fatti di sparatorie, dalle baby gang, rapine a questo”.