Fontana nel mirino della Procura e dell’aiuto di Salvini

Fontana nel mirino della Procura e dell’aiuto di Salvini. Perché il governatore lombardo nel giro di pochi giorni è passato da resurrezione a rischio crocefissione. Appena i magistrati avevano dichiarato che la corruzione sul caso camici, o meglio la frode in pubbliche forniture, non esisteva, Fontana era rinato politicamente. Improvvisamente molti amici si erano riscoperti amici. Alcuni persino amicissimi. Perché la sua ricandidatura sembrava spianata. L’assoluzione dalle accuse era di quelle politicamente ottime: “Il fatto non sussiste”. Ecco dunque che pareva poter andare tutto bene per l’uomo del lago. La strada era spianata e gli avversari in fuga. Ma poi due colpi in serie: prima Salvini che lo appoggia dicendo “squadra che vince non si cambia”, poi la Procura di Milano che fa ricorso sul “caso camici”. Ora, forse il colpo più duro è proprio il primo perché Salvini ha risollevato le quotazione della Lega, ma ci fosse un’elezione in cui riesce a vincere. Di solito perde bene. Nel senso che ottiene ottimi risultati. E’ praticamente il candidato a sostituire il Partito democratico in Lombardia che da anni veste felicemente i panni di opposizione strutturale al centrodestra. Prenderà sempre più voti dell’anno prima, ma perdendo comunque le elezioni. In un paradosso tipo Achille e la tartaruga. Ma se a suon di cornetti e scongiuri Fontana dovesse sopravvivere all’abbraccio di Matteo, non è detto che possa andare oltre a quello della Procura di Milano. Perché la mossa dei magistrati milanesi mette comunque un grosso sasso sul suo cammino: la Lega perderà sicuramente i referendum sulla giustizia e non solo perché la “lobby nera” si è appena dichiarata a favore. Il buon Giuliano Amato, sempre in prima linea quando c’è da interpretare le libertà degli italiani invece che limitarsi a rispettarle (il prelievo notturno degli anni Novanta è indimenticabile come il 5 novembre), ha eliminato con un colpo di penna gli unici quesiti che interessavano alla maggioranza degli italiani. La consultazione dunque è destinata a fallire. E il centrodestra non può rischiare di avere un candidato presidente azzoppato dalla questione giudiziaria, soprattutto perché se per l’ennesima interpretazione della legge i giudici trovassero il modo di condannarlo, si rischierebbe di far cadere la giunta regionale a mandato appena iniziato. E dunque Fontana si ritrova nel mirino della Procura e dell’aiuto di Salvini, una posizione scomoda. Ma non impossibile: se è resuscitato una volta, potrebbe capitare ancora.