Caso “molotov”: assolto il nipote di Delpini. Il procedimento che si è chiuso ieri riguardava infatti due giovani del ’97 che erano accusati di fabbricazione di arma da guerra che è punita fino a 12 anni. Il reato infatti è nato per i terroristi, dunque una fattispecie molto grave. In un primo momento i due ragazzi erano stati condannati a un anno e mezzo di prigione, con sospensione della pena, ma poi la Cassazione pochi mese fa aveva annullato con rinvio perché è stato riconosciuto come sbagliato il sillogismo alla base delle accuse: secondo la ricostruzione della polizia i due ragazzi avevano fabbricato delle molotov, dunque vista la pericolosità dell’oggetto avevano fabbricato un’arma da guerra e questo è un reato. Gli avvocati della difesa hanno però dimostrato che per la giurisprudenza una molotov non è solo una bottiglia con dentro una benzina, dunque quelle create dai ragazzi non meritavano una risposta sanzionatoria così pesante come quella riservata ai terroristi. Dopo un acceso dibattito in aula tra la difesa e il procuratore generale, la tesi della difesa è stata accolta e i due ragazzi sono stati assolti. Così come erano stati già dichiarati innocenti anche per l’incidente più grave che avvenne nella cartiera abbandonata dove erano andati a tirare le “molotov” nel 2015: un terzo ragazzo non avendo visto un buco nel pavimento, era caduto nel vuoto rimanendo ucciso.