Quel problema con le donne del centrosinistra. E’ un tema che crediamo valga la pena di non sottovalutare, visto che più andiamo avanti con gli anni e più si ripete uno schema in cui il così detto campo progressista si guarda bene dal promuovere le donne ai vertici del potere. Devono sempre essere al massimo vice, della serie che puoi non essere tu a stirare basta che assumi qualcuna che lo fa al posto tuo. Tutti i rappresentanti del campo che ama definirsi progressista sono uomini. Mentre a destra continuano a spuntare donne. Prima c’è stata Giorgia Meloni che ha saputo diventare un punto di riferimento anche europeo guadagnandosi la carica di capo dei conservatori al Parlameno UE, ora in Lombardia c’è Letizia Moratti. E guarda caso tutte le ipotesi di suoi antagonisti alle urne sono al maschile. Perché? Forse perché dietro anni di rincorse dietro alla lobby Lgbtq+ le donne sono rimaste al palo. Magari quello per la danza sexy su cui dicono che qualche politico lombardo abbia investito. Ma può essere che chi continua a parlare di diritti delle donne poi non abbia mai il coraggio di trattarle come persone e non persone però donne? Come mai a destra è del tutto naturale e rispettabile una candidatura femminile, pure bionda, mentre a sinistra devono essere le mogli o amanti di qualcuno o fanno da tappabuchi? O tapezzeria? Sembra strano, ma chi fa è chi viene accusato di essere portatore di valori in cui le donne sono secondarie, mentre chi le tratta come nel bellissimo film “Cena tra amici” passa per democratico e progressista perché una volta all’anno si fa vedere al gay pride. Ma posto che al gay pride ormai vanno pure i preti e lo rivendicano con orgoglio, perché chi ci va poi è va favore dei diritti delle donne solo se non gradiscono la compagnia maschile? Prima o poi quel problema con le donne del centrosinistra andrà risolto, magari capendo se hanno qualche difficoltà nella relazione con le madri. O le nonne. O proprio tutte le donne, etero.
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