Milan e Inter spendono e spandono ma sullo stadio piangono miseria. Perché la miglior politica di una squadra pare sempre essere quella di comprare giocatori di grido che aiutano gli abbonamenti e abbuonano le pecche societarie. Ma in Italia è rimasto qui e là qualche giornalista ancora non comprato dal benessere e dunque resta la memoria: mentre si gioisce perché i campioni d’Italia e i nerazzurri tornano a spendere per grandi piedi, ci si chiede come camminino le gambe del progetto stadio. Perché quando il sindaco Sala si è trovato costretto dai comitati cittadini a ricordare ai fondi di investimento che lo stadio servirebbe soprattutto come stadio sportivo e non come grimaldello per cacciare i poveri da San Siro, hanno iniziato a nicchiare. Con la fatica che fa un genovese a pagare il conto pure per un amico hanno eliminato un pezzo della vagonata di cemento che con lo stadio nulla aveva a che fare. Ma è solo un progetto preliminare, ci sarà da vedere quando i cantieri partiranno e le inevitabili varianti. Perché nove su dieci partiranno. L’unica vera alternativa era l’ex area Falck di Sesto San Giovanni, ma Roberto Di Stefano è stato eletto e dunque non sembra più troppo interessato a mettere i bastoni tra le ruote a Giuseppe Sala. Dunque i cantieri partiranno, perché 1,2 miliardi di cantiere non le fermi. Non a Milano, non con un sindaco come Sala che ha da pensare al suo futuro (è stato silurato come possibile grande burocrate di Stato) oltre la politica. Lo abbiamo sempre scritto: l’uomo ha le spalle strette. Non è una colpa: il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare. E lui è uno di quei politici moderni che ha sempre rivendicato di non avere tessere di partito, dunque ha scarni ideali. Perché prendere posizioni vuol dire trovarsi a volte anche in posizioni scomode. Ma tant’è: ai milanesi piace il grigio evidentemente. Così Milan e Inter spendono e spandono ma sullo stadio piangono miseria. Perché è sullo stadio che potevano dare qualcosa alla città, invece continueranno come sempre a prendere chiedendo il biglietto.