Inter in vendita un’altra volta. Stavolta sono i cinesi di Suning a volersi liberare della squadra meneghina. E dopo aver dichiarato di volerci investire 100 milioni di euro. A quanto trapela però oggi vogliono vendere: il prezzo sarebbe 1,2 miliardi. E’ dunque già finita la magica stagione in cui un colosso imprenditoriale del gigante cinese doveva rilanciare i neroazzurri. Era iniziata con grandi speranze e momenti da sorriso come il “Fozza Inda!” del boss di Suning: finalmente l’Inter non era nè nelle mani di una singola famiglia (i Moratti) né in quelle di un affarista come Tohir o Li. Sembrava. Invece l’Inter ha vinto un campionato senza pagare gli stipendi dei calciatori e poi poco altro. In Champions nessun risultato significativo. Almeno per ora, per carità. Ma c’è una grande differenza tra le speranze che avevano suscitato i cinesi e i risultati ottenuti. Ora che il loro governo ha iniziato a digerire il fatto che non potrà più macinare miliardi a livelli imparagonabili, pure le loro aziende si ritraggono. In pole position ci sarebbe uno svizzero, il patron di Alinghi, che è la manifestazione fisica del concetto che negli sport di alto livello contano solo i soldi visto che è un campione di vela in un Paese senza mare. Se è vero che l’elvetico salverà l’Inter dalla delusione cinese, si vedrà. Intanto dobbiamo rilevare che l’Inter è in vendita un’altra volta e i casi sono solo due: o è un prodotto così valido che tanti capitalisti vogliono farci un giro, oppure lo sembra e appena è possibile gli affaristi cercano di rifilare la sòla a qualcun altro.