Lombardia appesa al Lazio. Alla faccia di decenni di discorsi e discorsini su Roma ladrona, sulle presunte autonomie e compagnia delirante, alla fine la comunità politica lombarda è una pezza con cui i politici romani si puliscono i tacchi: prima Moratti “per senso di responsabilità” ora Fontana perché conta poco a quanto pare, i capi della politica lombarda aspettano ordini dai superiori. Con tutto il loro storytelling sulla Lombardia che è uno Stato nello Stato, su questo e quest’altro, alla fine aspettano tutti di vedere che combina Zingaretti per decidere quando andare a votare. Perché il quasi ex governatore del Lazio ha vinto altri 5 anni di politica in Parlamento e pare deciso ad attendere l’ultimo giorno utile per dimettersi e rimandare tutto alle urne. Peccato che ancora non si sia deciso chi si allea con chi e dunque è tutto fermo. Lombardia compresa, dove per altro l’uomo delle valli e dei camici ha vinto la sfida con la potentissima (almeno secondo chi soffre per non essere ricco come lei) Letizia Brichetto eccetera. Nonostante un Fontana che sembrava senza una goccia di energia da versare in una campagna elettorale, Salvini e i suoi possono comunque festeggiare per aver piegato un supposto colosso. Ma alla fine chi non festeggia sono i lombardi perché la Lombardia appesa al Lazio e ai suoi rituali è uno schiaffo peggiore di un Lannister al comando di Grande Inverno.