Fontana e la Lega alleati della sinistra. Non è un modo di dire, né una critica, ma una delle ultime sorprendenti novità dello scenario politico lombardo. Perché quello che può stupire il cittadino comune è diventato un fatto nel volgere di pochi mesi: Letizia Moratti sembrava destinata alla presidenza regionale con il centrodestra sostituendo un Attilio Fontana provato dalla gestione della pandemia a cui la Regione non era pronta sotto molti aspetti. Invece, tra lo stupore dei lombardi, i due hanno iniziato a litigare come una coppia di coniugi estenuata da una convivenza durata troppo a lungo. Alla fine in tanti pensavano che sarebbero addivenuti a una soluzione più o meno pacifica, invece hanno rotto malamente i rapporti. E fin qui poteva pure essere il normale percorso di una vicenda politica, invece con un passo di danza che ha lasciato basiti molti Letizia Moratti ha deciso di proporsi come candidata del centrosinistra ricordando il padre partigiano. Dopo un primo momento da F4 (cit.) il Partito democratico ha iniziato a ragionarci sopra. In fondo la donna è conosciuta e molto ricca, il che significa la possibilità di farsi pagare la campagna elettorale e avere un personaggio molto noto da contrapporre a Fontana. Ma mentre tutti si concentravano su quanto fosse davvero possibile questo scenario e nell’ennesima crisi di identità del Partito democratico, se ne realizzava oggettivamente un altro: Moratti ha dato vita insieme a Manfredi Palmeri a Lombardia Migliore (incidentalmente le stesse iniziali dell’ex assessora). Un progetto in cui il politico centrista, tutt’ora in maggioranza a Palazzo Pirelli, crede tanto da aver presentato il nuovo simbolo del suo gruppo mesi fa (oggi si chiama Polo civico – Lombardia Migliore) e aver aderito con entusiasmo all’associazione Lombardia Migliore che si candida a trainare tutta una coalizione progressista per sfidare Fontana alle prossime elezioni. Ma Polo Civico – Lombardia Migliore è tutt’ora in maggioranza, cioè nella coalizione che sostiene Attilio Fontana. Il governatore lombardo si trova dunque nell’incomoda situazione di essere alleato con la sinistra. Un dato che nella concitazione dei conciliaboli di fine legislatura sembra essere passato in secondo piano. Forse perché una parte di Lega in fondo si ricorda che ha governato per anni con la sinistra nei governi di responsabilità nazionale. Magari è il primo passo per la prossima sorpresa, una coalizione per le prossime elezioni che proponga agli elettori con uno schema innovativo: dentro ci sarà sia la destra che la sinistra, superando queste distinzioni novecentesche che sanno di vetrinetta in ciliegio. Almeno così Fontana sarà sicuro di essere rieletto.