Una privatizzazione mancata si profila nell’accordo tra Ita e lufthansa con l’acquisto di una quota di minoranza 20-40% delle azioni da parte dei tedeschi. Resterà in mano statale il controllo gestionale-industriale, soprattutto politico della ex compagnia di bandiera. Anche questa volta si profila una finta riforma dopo le numerose ricapitalizzazioni statali, la vendita ai capitani coraggiosi dopo la fusione con Ethiad costate ai contribuenti oltre 10 miliardi ora è arrivata la privatizzazione burla di Lufthansa.
Anziché cedere in toto oneri e onori a Lufthansa lo stato preferisce mantenere una gestione consociativa, questa volta con il paravento si chiama Lufthansa. I toni trionfalistici con cui si commenta l’accordo non hanno nessun fondamento: tutti i debiti e la gestione di 4 mila cassintegrati resteranno in capo al ministero delle finanze. L’idea di rilanciare Fiumicino come Hub del sud Europa non fa i conti con uno scalo che pur dotato di sufficienti terminal è invece carente di capacità sui piazzali (lato aria).
Un qualche volo verrà spostato da Francoforte, Zurigo, Monaco e Bruxelles gli scali gestiti dalla compagnia tedesca, perche sono al limite della loro impronta carbonica (troppo inquinanti). In quei paesi si devono rispettare le norme ambientali che riguardano i voli notturni, l’inquinamento atmosferico e da rumore mentre in Italia no.
L’accordo consentità a Lufthansa che invece è controllata da azionisti privati, di poter gestire i ricchi diritti di collegamento extra europeo che Ita detiene in qualità di ex compagnia di bandiera. E’ infine difficile pensare, a sinergie con le Ferrovie dello Stato, visto che la tratta a maggiore domanda di traffico la Torino Milano Napoli Roma è appannaggio dell’Alta Velocità.