Schlein arriva seconda. Perché è la rappresentazione del ritardo della presunta sinistra sui presunti temi che diceva di sostenere. Usiamo il termine presunti perché nel Partito democratico si è sempre parlato di diritti delle donne, ma in decenni non sono mai riusciti a eleggerne una. Ci sono riusciti solo i sindacati con Susanna Camusso e ora pare che stia avendo dei guai nell’affare Panzeri anche se lei nega ogni coinvolgimento. Ma il Pd? Il Pd parlava parlava, giudicava giudicava e poi non faceva. La destra invece, additata come retrograda, come quella parte che vede la donna solo in cucina e a fare figli, ha eletto il primo presidente del Consiglio donna. Perché secondo le boldrini di questo mondo il punto era violentare l’italiano. Invece la destra ha dimostrato che il rispetto per le donne, la parità, vuol dire anche lasciarle essere il capo. Pure se basse, pure se bionde. Ed ecco che magicamente anche il mondo di sinistra scopre di poter eleggere un segretario donna. Ovviamente subito contestata internamente perché troppo oltranzista. Come se Meloni fosse una moderata. Ma Schlein arriva seconda ed è un fatto. E’ una contrifigura al momento: è più alta, non è bionda, rappresenta quel fascino per l’estero che hanno sempre avuto i presunti progressisti. Persino il cognome non richiama niente di italiano. Vedremo se saprà rappresentare bene il contraltare di Meloni così come Montgomery lo fu per Rommel. Oppure no. In ogni caso, anche se arriva seconda, è una notizia positiva l’aver finalmente pensionato il Novecento e molti suoi strenui difensori. L’Italia sta finalmente modernizzando la sua classe politica infarcita di gente che aveva conosciuto quasi la fase unitaria.