Il report sul Convegno dell’Associazione Casa Crescenzago e dalla Lista civica ecologista La Città dei territori.
Breve report.
Con il convegno si è voluto dare voce, in sede istituzionale, alla cittadinanza impegnata nei Comitati e nelle Associazioni per la difesa dei beni comuni, per una città dei cittadini e per una società ecologica, solidale e più giusta.
Nella presentazione, il consigliere metropolitano e sindaco di Cassinetta di Lugagnano Domenico Finiguerra ha sottolineato in modo particolare il valore costituzionale, sociale ed etico-politico dei beni pubblici e del patrimonio storico-artistico, ribadendo la necessità e l’urgenza della loro tutela e cura e del loro uso civico sociale e culturale. Nel riconoscere il ruolo decisivo della cittadinanza attiva e il valore esemplare dell’impegno e della lotta delle associazioni di Crescenzago, si è dichiarato disponibile a portare nel Consiglio metropolitano le tematiche del convegno.
Giuseppe Natale, portavoce di Casa Crescenzago, si è soffermato sui concetti di patrimonio e proprietà di valore storico culturale e ambientale, in quanto beni comuni che il potere pubblico ha il compito di preservare e tutelare, secondo i dettami della Costituzione (in particolare gli artt. 3, 9, 41) che ispirano l’azione delle associazioni e dei comitati. Nel caso specifico: difesa e cura del palazzo ex sede comunale, del Naviglio Martesana e del centro storico di Crescenzago; impegno per la libertà di associazione e la partecipazione di cittadini al governo della cosa pubblica. Ha indicato come atto grave e dannoso per l’interesse generale la messa in vendita (2007 e 2009) di 141 beni immobili di proprietà demaniale affidati ai Fondi Immobiliari BNP Paribas Mi 1 e M2.
Raffaello Ricci, l’avvocato che patrocina il ricorso delle associazioni al TAR Lombardia, ha motivato le ragioni giuridiche ed etico-politiche dell’impugnazione presso il tribunale ammnistrativo della delibera del Consiglio comunale di Milano del 5 dicembre 2022 che, nel rimettere in vendita il palazzo Crescenzago nel calderone del 40% di invenduto dei due fondi, contraddice la precedente delibera del 2015 di rientro dell’immobile al demanio: il Consiglio contraddice se stesso, lede l’interesse generale e danneggia le associazioni residenti. Nel ricorso si dimostra inoltre che la delibera viola leggi in vigore, commette eccesso di potere e svaluta il patrimonio immobiliare pubblico.
Laura Pia Basso ha comunicato i primi risultati della sua ricerca di documenti d’archivio sulla storia di Crescenzago e sui “beni immateriali”, elementi costitutivi di un museo di storia locale che Casa Crescenzago ha in programma di realizzare. Presidi civili sociali e culturali, le associazioni storiche – Anpi, Corpo musicale e Legambiente – sono custodi della memoria storica e contenitori di documenti oggetti immagini ecc. di rilevante valore. Il centenario dell’annessione degli 11 comuni alla “Grande Milano” è l’occasione per studiare il processo storico, dal 1800 ad oggi, dell’evoluzione urbana dell’area milanese. La “Cittadella degli Archivi” è sede privilegiata di documentazione storica.
Maurizio Bucchia ha messo in evidenza la gravità dell’insostenibile cementificazione del suolo comunale di Milano, che si coniuga con la valorizzazione della rendita fondiaria e s’intreccia con la speculazione immobiliare pervasiva. Dominano i grandi fondi immobiliare finanziari. Il PGT (Piano di Governo del Territorio) diventa lo strumento che il potere pubblico mette a disposizione soprattutto degli interessi privati. Città mercificata, ad uso e consumo del business, del turismo, del divertimentificio. Città dei ricchi che espelle i poveri, i precari, i ceti deboli: si chiama gentrificazione. Necessità e urgenza di costruire un altro modo di abitare e di fare comunità dal basso e dai quartieri. Possibilmente in modo “felice”.
Di seguito in estrema sintesi gli interventi e i messaggi di rappresentanti di comitati ed associazioni.
Per il SiCeT, Sindacato Città e Territorio – Milano, Luciana Pellegreffi denuncia la situazione drammatica delle famiglie sotto sfratto e l’urgenza di una politica abitativa fatta di case popolari e di spazi sociali. La cosiddetta “rigenerazione urbana” sarebbe meglio chiamarla “degenerazioni urbane”. Esprime solidarietà e disponibilità a collaborare e a promuovere assieme iniziative per un comune futuro migliore.
Per il Comitato Proteggiamo il Monte Stella, che si batte per preservare spazi comuni ed aree verdi contro l’assedio del cemento “di lusso” nel quartiere QT8 (progettato da Piero Bottoni), Donatella De Col ritiene indispensabile che la cittadinanza impegnata migliori il livello di reti collaborative e di conoscenza di leggi norme regolamenti, individuando strumenti di mutuo soccorso anche per azioni di difesa legale. Questo convegno potrebbe essere un punto di partenza per avviare un percorso comune attraverso incontri periodici.
Nel condividere le finalità del convegno, i rappresentanti del Comitato Baiamonti Verde Comune – che si batte per la preservazione e la cura dell’area e contro il progetto di cementificarla – impossibilitati a partecipare, informano della loro lettera al presidente dell’ANPI Nazionale, Gianfranco Pagliarulo, perché intervenga contro la costruzione del Museo della Resistenza (un’altra “piramide” di cemento che si aggiunge a quella che ha distrutto il vivaio) nell’ultima area verde, intestata a Lea Garofalo, vittima della mafia, che dà un po’ di respiro al quartiere con il maestoso glicine, 4 tigli e un bagolaro.
Interviene Giuseppe Sipala, portavoce del Comitato Popolare per la difesa del Bosco di via Falck. Denuncia lo scempio edilizio in preparazione su quell’area verde di proprietà della Curia Arcivescovile di Milano: progetto di costruzione di 20 palazzoni per 2000 abitanti che distruggerà un bosco di oltre 600 alberi! Ancora una volta l’Amministrazione Sala si mette al servizio degli interessi immobiliari. Il Comitato intensifica la mobilitazione e chiama i cittadini alla difesa del verde e della loro salute.
Luciano Bagoli, portavoce delle società sportive popolari e radicate nel territorio del quartiere Gratosoglio e nel comune di Rozzano, denuncia la politica del Comune di Milano, che intende privatizzare il Centro sportivo Carraro, dopo cinque anni di abbandono e dopo averlo ristrutturato spendendo 1 milione 700 mila euri. Sedici società e gruppi sportivi, riuniti nel Comitato Ritorno al Carraro, chiedono l’affidamento gestionale del Centro a Milanosport, ente pubblico, che deve garantire prezzi accessibili e non profitti privati. Si rivendica l’uso pubblico del Centro sportivo: luogo di accoglienza socialità e crescita di migliaia di giovani e cittadini.
Arturo Calaminici, già consigliere provinciale di Milano, porta il saluto dell’Associazione Amici del Parco Nord, nata nel 1991 con lo scopo di tutelare il parco, promuovere iniziative per la qualità ambientale e proporsi come tramite tra istituzioni e cittadini. Si sofferma sulla urgenza di rafforzare il collegamento tra comitati e associazioni di cittadini impegnati nella difesa ecologica del pianeta a partire dal territorio in cui si vive. Ribadisce lo scempio compiuto nel parco nord con la costruzione della vasca che ha distrutto 3.000 piante, senza affrontare seriamente il problema della gestione razionale delle acque.
Interviene Maria Fiscon, portavoce del Comitato La Goccia che da 10 anni si batte per preservare e tutelare il bosco spontaneo nato e cresciuto nel corso degli ultimi trent’anni nell’area delle ex Grandi Officine del Gas della Bovisa, a rischio estinzione a causa del progetto di cementificazione del Comune e del Politecnico di Milano. Tante manifestazioni di protesta e di proposta, ricorso giuridico-legale, sit-in in Piazza Scala, petizione per salvare un’antica meravigliosa quercia non fanno cambiare politica agli amministratori e al corpo accademico, sordi e ciechi di fronte a disastri ambientali sempre più inquinanti e devastanti.
Tra le presenze, si segnalano quelle dei rappresentanti dei Comitati Navigli (Gabriella Valassina) e Lazzaretto (Maurice Spier), aderenti al Coordinamento nazionale No degrado e mala-movida, che hanno partecipato come osservatori. Sono disponibili a intessere rapporti di collaborazione sui temi affrontati dal convegno, in modo particolare su quelli che attengono alla qualità della vita quotidiana nei quartieri, e per contrastare un modello di politica urbana che degrada la città a palcoscenico del consumo e del divertimentificio.
Solidale con la sezione ANPI e con le altre associazioni di Crescenzago, ha seguito i lavori Antonio Amoruso, presidente dell’ANPI Baggio-Olmi, il cui Comitato ha espresso condivisione e sostegno della lotta in difesa di un importante bene pubblico, patrimonio storico-artistico (come da vincolo della Sovrintendenza), sede e presidio civile e culturale.
Altri due ex consiglieri provinciali, Massimo Gatti e Valentino Ballabio – soci dell’Associazione Berlinguer, il cui responsabile legale Paolo Pinardi ha firmato il ricorso al Tar in difesa di Casa Crescenzago – hanno condiviso e apprezzato l’iniziativa del convegno. Ballabio, in un suo messaggio ci ricorda che il consumo di suolo non riguarda solo il comune di Milano, ma si estende, in misura anche maggiore, nell’area esterna senza un vero governo metropolitano e con il rischio idrogeologico sempre più preoccupante.
Non potendo partecipare, Luigi Corbani, portavoce del Comitato Sì Meazza – che si batte con determinazione ed efficacia per conservare la “Scala dello sport” straordinario bene pubblico di inestimabile valore – ci ha inviato un messaggio nel quale ribadisce il compito fondamentale di un buon amministratore: quello di tutelare e aumentare i beni comuni. E indica il metro con cui misurare una buona amministrazione: “ha incrementato o ha diminuito i servizi pubblici (comprese le case economiche e popolari) e il patrimonio pubblico?”
Dal coordinatore dell’Ecomuseo Martesana, Benigno Calvi, ci arriva il riconoscimento dell’importanza del convegno e la manifestazione di interesse “a intavolare proficue reciproche relazioni per il bene del nostro territorio Martesana”.
“Nel momento in cui si invoca la coesione sociale, il Comune di Milano deve garantire le attuali presenze associative consolidate sul territorio, a maggior ragione se utilizzano beni comunali, con particolare attenzione alle aree cittadine periferiche” – afferma nel suo contributo Walter Cherubini, portavoce di Consulta Periferie Milano. Che continua: “La vendita dell’ex Municipio di Crescenzago contraddice le premesse della coesione sociale”, e stride con le celebrazioni del Centenario Antichi Comuni Milanesi. Lo stesso vale per l’edificio ex Municipio di Chiaravalle Milanese che ospita la sezione Anpi, ABC Chiaravalle e Terzo Paesaggio.
Nell’economia di questo report essenziale, provo a riassumere l’importante contributo inviato da Roberto Schena, presidente dell’Associazione Antichi Borghi Milanesi, ABM, che riunisce gli autori e i ricercatori impegnati da decenni nella salvaguardia del patrimonio storico dimenticato delle periferie. In questo 2023, in cui ricorrono il 150° dei Corpi Santi e il Centenario degli 11 comuni aggregati a Milano, ABM coglie l’occasione per indagare e riflettere sullo sviluppo della metropoli, e in particolare sui centri storici delle periferie “massacrate da un’espansione edilizia pressocché incontrollata e distruttiva delle emergenze storiche precedenti, lasciando vaste zone senza identità culturale. Eppure, gran parte del patrimonio storico, artistico e paesaggistico è situato proprio nelle periferie.” Schena ribadisce che l’Amministrazione pubblica deve tutelare e mantenere nelle sue mani, e non venderli, gli edifici municipali dei comuni annessi a Milano, da indicare “con un cartello di segnalazione” perché “rappresentativi della storia della Grande Milano”. La difesa del patrimonio comune è una battaglia da condurre sicuramente assieme, a cominciare dal palazzo municipale di Crescenzago.
Dal convegno è emersa l’esigenza e l’urgenza di proseguire ed intensificare, assieme, l’impegno profuso dalla cittadinanza attiva dei comitati e delle associazioni nella difesa e tutela e cura del patrimonio pubblico e dei beni comuni; di tenersi collegati con incontri periodici ed iniziative ed azioni di lotta; di dotarsi di validi strumenti di mutuo soccorso e di difesa legale. Viene perciò convocata una prima riunione presso la sede di Chiama Milano, in via Laghetto – angolo Festa del Perdono (MM1 San Babila o Duomo), LUNEDI 12 GIUGNO 2023, h. 16 – 18.