Strumenti di programmazione negoziata e programmi di intervento e sviluppo integrato: sinergia tra Comuni, sistema camerale e Regione sempre più fondamentale

 La creazione di nuovi ecosistemi pubblico-privati e la definizione di nuovi programmi di intervento e sviluppo integrato per la promozione e la crescita dei territori non possono prescindere dal ruolo centrale del Comune e, soprattutto, ove presenti, delle forme associative (soprattutto le Comunità montane), specialmente laddove esse svolgono un ruolo riconosciuto e riconoscibile per gli attori del territorio. E’ auspicabile in futuro un ruolo ancora più diretto e marcato del sistema camerale e delle Province, il cui contributo e supporto si rivela in molti casi indispensabile soprattutto in termini di coordinamento e programmazione, fermo restando la necessità di una regia regionale forte e la centralità dell’ente regionale nella gestione e nella governance dei processi.

 

E’ quanto emerge dalla ricerca “Modelli di sviluppo innovativi per i Comuni e gli Enti territoriali: repertorio degli strumenti ed esperienze” presentata oggi a Palazzo Pirelli nel corso di una audizione congiunta tra la Commissione Affari istituzionali e la Commissione speciale autonomia e riordino delle autonomie locali.
La ricerca, curata dal Dipartimento di Scienze e Politiche sociali dell’Università di Pavia, evidenzia come siano sempre più importanti per lo sviluppo e la crescita dei Comuni e degli Enti territoriali gli strumenti della programmazione negoziata e i programmi di intervento e sviluppo integrato.
Tra questi, vanno sicuramente annoverati come esempi virtuosi gli ITI (Investimenti Territoriali Integrati) e i GAL (Gruppi di Azione Locale).

Proprio in Lombardia un anno fa, il 19 novembre 2022, è stato formalizzato e realizzato il primo Investimento Territoriale Integrato (I.T.I.) italiano attivato in ambito alpino, che nello specifico ha coinvolto i Comuni valtellinesi di Chiesa in Valmalenco (capofila), Caspoggio, Lanzada e Spriana. L’ITI Valmalenco ha consentito di programmare e avviare nuovi interventi in ambito di mobilità sostenibile, transizione energetica, rigenerazione, sviluppo sostenibile, identità territoriale e digitalizzazione.
Di grande interesse anche il ruolo e l’operatività dei GAL, che nei fatti rappresentano forme di partenariato composte da rappresentanti degli interessi sociali ed economici locali di matrice sia pubblica che privata.

In Lombardia sono stati istituiti dodici GAL: si tratta GAL dei Colli di Bergamo e del Canto Alto, il GAL Garda e Colli Mantovani, il GAL Gardavalsabbia2020, il GAL Oglio-Po, il GAL Oltrepò Pavese, il GAL Quattro Parchi Lecco e Brianza, il GAL Risorsa Lomellina, il GAL Terre del Po, il GAL Valle Brembana 2020, il GAL Valle Seriana e dei Laghi Bergamaschi, il GAL Valle dei Sapori 2024-2020 e il Lago di Como GAL.

Lo studio illustrato oggi a Palazzo Pirelli ha focalizzato l’attenzione e l’analisi in particolare sui tre GAL bergamaschi (Colli di Bergamo e Canto Alto, Valle Brembana, Valle Seriana e Laghi bergamaschi), evidenziando l’importanza del supporto e del contributo del sistema camerale all’ideazione e allo sviluppo dei progetti territoriali promossi dai Comuni e dagli Enti locali. Senza dimenticare l’importanza della presenza di player privati, anche di piccole dimensioni, che contribuiscono in modo significativo alla realizzazione dei progetti soprattutto nelle aree rurali e montane, dove lo stretto rapporto tra i privati interessati e il territorio oggetto dell’intervento favoriscono utili forme di cooperazione con i soggetti pubblici.
Nel caso specifico dei tre GAL bergamaschi emerge uno stretto legame e una forte propensione a favorire progetti che privilegiano l’innovazione, la partecipazione e l’attrattività dei territori e si evidenzia la positività dell’affiancamento tecnico dell’ente regionale al servizio di Comuni, Comunità montane e Parchi, insieme al tentativo di far conoscere di più e meglio le peculiarità e le attività dei singoli territori, utilizzando anche canali di promozione regionali e comunitari.

Nelle aree rurali e montane la collaborazione tra player privati e enti territoriali si conferma virtuosa e sarà sempre più agevolata e sostenuta anche da Regione Lombardia -ha sottolineato il Presidente della Commissione speciale autonomia e riordino delle autonomie locali Giovanni Malanchini (Lega)-Un ringraziamento particolare va ai GAL bergamaschi che hanno dato supporto e contributi utili allo sviluppo della ricerca e a tutti i GAL lombardi per il ruolo e la funzione che svolgono sui rispettivi territori al servizio delle comunità locali”.